Desolante il quadro legislativo ed economico della gestione Mussi. Poche parole per il Rettore per tracciare un bilancio pessimistico della situazione nazionale degli atenei. “Nella riflessione di Mussi – ha affermato Giovannini – pur nella bontà della pluralità degli interventi programmati, è mancata l’idea di un progetto unitario, meglio sarebbe stato un programma di riforma dell’intero sistema che delle sue singole parti”. Sotto il profilo economico la situazione dell’ateneo reggino è difficile. Privata dei fondi di funzionamento necessari per fronteggiare le spese correnti, come le altre università, è anche gravata dagli aumenti stipendiali del personale universitario che il Governo ha stabilito di caricare annualmente sugli atenei. Per il Magnifico, i tagli della Finanziaria sono stati l’evidente segno dell’incapacità della classe politica di avere una visione strategica sui temi importanti per lo sviluppo del paese. “Inseguire l’emergenza e trovare le risorse per sanarla” avrebbe significato, nell’ottica del Rettore, non fare “alta politica” ma “perseguire gli interessi personali del riscontro immediato e del credito elettorale acquisito”. Diversa, invece, la situazione economica nei rapporti con gli enti locali che avrebbero garantito all’ateneo incentivi e risorse. La regione con una normativa ad hoc per gli atenei e con i voucher per i dottorandi, la Provincia per i servizi agli studenti, il Comune per le iniziative culturali come la Biennale dell’Architettura. Plaude, inoltre, Giovannini al dibattito aperto in città sui giornali, sulla possibilità di aprire nuovi corsi di laurea, poli didattici e nuove facoltà. “Espressioni di un bisogno – ha detto Giovannini – a cui va data una risposta che metta insieme politica culturale, aspetti economici, questioni di natura strutturale e risorse umane”.
Emanuela Martino