di Stefano Perri – ”Ricostruire la città è un obiettivo condiviso, ma chi vince governa e chi perde contribuisce al bene comune”. E’ con quest’analisi che il Segretario provinciale del Pd Seby Romeo apre sostanzialmente alla nuova dimensione interlocutoria tra le forze politiche reggine in vista della tornata elettorale delle prossime comunali. A pochi mesi ormai dall’importante scadenza elettorale, con le primarie del Partito Democratico alle porte, Romeo apre all’ipotesi avanzata pochi giorni fa su Strill.it dal Presidente della Provincia Giuseppe Raffa e ripresa, subito dopo, anche dalla ex consigliera comunale del Pdl Monica Falcomatà. ”Gli Stati Generali possono essere un luogo fecondo” commenta Romeo intervistato da Strill.it, ma ”la chiarezza è una condizione essenziale”.
Ecco l’intervista integrale al Segretario Provinciale Pd:
Segretario, dopo le Europee le forze politiche sono tornate a interrogarsi sul tema dell’astensionismo e dell’antipolitica. Il Pd oggi in Italia è la maggioranza di una minoranza.Come si recupera questo gap democratico?
Distinguerei. L’antipolitica è una strategia politica, pensata dai gruppi di potere economico-finanziario, dalle lobbies, che vivono con “fastidio” la presenza organizzata dei partiti e dei corpi intermedi e quindi della democrazia rappresentativa: meno luoghi di discussione più potere decisionale in mano a pochi. Un disegno autoritario da conseguire con la strumentalizzazione del popolo e delle sue sofferenze. L’astensionismo è un mix di fattori. Alcuni cittadini si astengono perché non rappresentati, altri per protesta, altri per disaffezione. Per recuperare questo gap democratico la politica deve essere autorevole e credibile. Il Pd uno sforzo in questa direzione lo sta facendo, il problema è che da solo non basta,è una riflessione che deve essere fatta da tutto il sistema politico.
A proposito di sistema politico, a Reggio il Presidente Raffa ha parlato di ”Stati generali della città”. Un invito a stemperare i toni anche a sedersi attorno a un tavolo per ragionare sul futuro di Reggio. La posizione del Pd?
Ricostruire la città è un obiettivo condiviso, gli ”Stati Generali” possono essere un luogo fecondo. Ma, e questo Raffa lo ha detto, la chiarezza è una condizione essenziale. Voglio essere esplicito. Il Pd dice: ci vuole una nuova coesione sociale. Questa è possibile con il contributo dell’Università, della Chiesa, delle categorie, del sindacato, delle associazioni, dei cittadini e dei partiti. La discussione deve essere libera e propositiva. Io penso alla costruzione di un orizzonte strategico condiviso: la città metropolitana. Poi chi vince governa e chi perde contribuisce al bene comune. In sintesi il recupero di una normale conflittualità democratica.
Ma la politica ha la credibilità per fare una operazione del genere? Non si rischia di dare l’impressione di volere rimanere attaccati alle poltrone?
La crisi nella quale Reggio è stata precipitata ha fatto perdere credibilità politica ai responsabili del disastro, il voto delle Europee ha segnato una svolta: i cittadini hanno bocciato senza appello un sistema e i suoi protagonisti. Ma dal voto emerge con chiarezza anche l’investitura del Pd, noi con umiltà lavoriamo per assumerci fino in fondo questa responsabilità, la credibilità si conquista lavorando sodo, ogni giorno per dare a Reggio speranza e futuro, con un metodo trasparente e condiviso. Quanto alle poltrone, chi si candida a governare la città, nella condizione data, è un incosciente…
A proposito di governare, ci dica tre obiettivi da raggiungere nella prossima legislatura e tre cose da fare immediatamente nei primi mesi di mandato.
Innanzitutto salvaguardare l’occupazione dei lavoratori ed il reddito dei dipendenti comunali. Stabilizzare tutti i precari, alleviare la pressione fiscale che il piano di rientro scarica sulle famiglie, ormai a livelli insopportabili.
Rimodulare, quindi con nuove risorse, il Decreto Reggio, attraverso il rapporto con il governo Renzi: fare ripartire le Opere Pubbliche, a partire dal Nuovo Palazzo di Giustizia, sarà salutare per l’economia cittadina e per i servizi. Nei primi tre mesi di mandato organizzerei assemblee pubbliche in tutti i quartieri. Dopo il commissariamento è necessario rendere i cittadini protagonisti e partecipi. Poi una sorta di operazione trasparenza e innovazione, con una rivoluzione nell’adozione di strumenti amministrativi a portata di tutti, immediati, semplici, accessibili. Ed in ultimo una ricognizione delle necessità strutturali del Comune, sia in termini burocratici che finanziarie.
In tanti continuano a ripetere che è necessario stemperare i toni, ma i responsabili del disastro hanno nomi e cognomi precisi. Quali sono?
I responsabili sono coloro i quali hanno partecipato, con qualche eccezione, alle amministrazioni comunali di Scopelliti: politici e non. Oggi che quella fase è chiusa, si dovrebbe riflettere su chi non ha criticato, controllato, sanzionato. Mi pare troppo facile prendersela con il solo Scopelliti, direi persino ingiusto.
E dalla vostra parte, sulle Primarie a che punto siamo?
Il 6 Luglio i reggini sceglieranno il candidato sindaco della coalizione che vuole ridare dignità, speranza e futuro a Reggio. Il Pd lavora al servizio di questa ambiziosa e bellissima sfida, abbiamo scelto di affidare ai cittadini la scelta del candidato, perché siamo un partito consapevole della propria forza e del proprio limite: la politica come strumento di cambiamento e luogo di progetto ed elaborazione programmatica. Le primarie saranno una festa, un grande moto civico, una scossa salutare, un momento di rottura attraverso la partecipazione ed il protagonismo popolare.
Più volte si è parlato di primarie che andassero oltre i confini degli schieramenti tradizionali. Qual è la discriminante?
La radicale discontinuità rispetto alle “pratiche” ed alle “politiche” del famigerato Modello. I soldi pubblici vanno utilizzati nell’interesse generale, politiche sociali e del lavoro al centro dell’azione amministrativa, la legalità come stella polare. Sono queste le nostre discriminanti.
Le nostre primarie vanno oltre il centrosinistra classico: le storie dei candidati alla carica di sindaco lo dimostrano chairamente, basta leggere le loro biografie così ricche e così diverse per formazione ed appartenenze. L’obiettivo è quello di mettere insieme sensibilità plurali, con un unico obiettivo: Reggio bene Comune.