Un chiarimento: il centro commerciale "Porto degli Ulivi" non è sottoposto a sequestro nè ad alcun tipo di vincolo giudiziario.
Strill.it, nei suoi numerosi pezzi riguardanti gli ultimi arresti, non ha mai alimentato l'equivoco, ma l'accorata e garbata lettera ricevuta (e pubblicata) da parte dei dipendenti della struttura ci ha fatto pensare.
Ed allora lo spunto è ghiotto per ribadire il concetto dell'assoluta
estraneità del Centro Commerciale rispetto alle risultanze investigative (d'altra parte la struttura è ormai di proprietà della Credit Suisse), ma anche per una riflessione.
Troppe volte, nella superficiale e miope logica delle valutazioni affrettate, tout court, il pensiero comune ed i media (che in qualche misura lo condizionano) sono colpevoli di alimentare equivoci, di non avere riguardo per numerose famiglie oneste e composte da lavoratori che con la fatica quotidiana presso le strutture tirano, appunto, interi nuclei familiari che nulla hanno a che fare con le dinamiche torbide sulle quali interviene la magistratura
Raramente, troppo raramente, si levano parole – o, peggio, opere – di solidarietà per chi è vittima incolpevole e spesso inconsapevole di conseguenze, innescate da voci ed articoli di stampa, pesantissime sul piano dell'immagine e da situazioni grandi, troppo più grandi.
Ed allora, nello specifico, se, fino a l'altroieri, il "Porto degli Ulivi" garantiva comunque qualità e servizi di livello, entrambi assicurati dall'attività di decine di impiegati, oggi il giudizio non può mutare all'improvviso.
Non deve mutare
P.S. Non conosciamo di persona nemmeno uno dei dipendenti del "Porto degli Ulivi" nè degli amministratori