di Giusva Branca
Luca Montezemolo ha definito "cose dell'altro mondo" quelle accadute a Reggio durante Reggina-Juventus.
Il caos mediatico seguito alla gara di sabato scorso, francamente, adesso ha stufato.
Andiamo per gradi: Dondarini ha incontrato una serata da dimenticare, ma più di lui i suoi collaboratori di linea. Sull'unico episodio nel quale l'arbitro aveva tutti gli strumenti per decidere (il rigore su Amoruso) ha visto bene. Non altrettanto bene nei due
casi in cui la Juventus ha chiesto rigori a suo favore non concessi. Ricapitoliamo: ha sbagliato Dondarini in quei due episodi, ha sbagliato sul finire del match la difesa della Juve (posizionata in maniera scellerata in occasione dell'azione del rigore), ha sbagliato Sissoko entrando come un elefante in cristalleria, ha sbagliato la Juventus con lamentele del tutto sproporzionate a quanto accaduto, ha sbagliato anche Lillo Foti che avrebbe potuto, semplicemente dire "il rigore per noi c'era, ma in altre due circostanze siamo stati avvantaggiati".
Allora, si, lo diciamo: per una volta l'arbitraggio ha favorito la Reggina.
Nulla di scandaloso, però, nulla dell'altro mondo, come – nientemeno – Montezemolo ha dichiarato.
La Reggina ha subito, a fasi alterne, dal 1999, la più grave, la più pedissequa, la più sistematica aggressione che la storia del calcio ricordi.
Certo, in parte, anche la Reggina, segnatamente negli ultimi anni, ha contribuito ad una discriminazione dovuta pure ad un peso specifico societario, sui media e nei salotti che contano, faticosamente conquistato dopo lo scotto dell'esordio in A e sbriciolato, contestualmente allo smantellamento di una struttura aziendale collaudatissima e non adeguatamente rimpiazzata.
Ma, nonostante tutto, nonostante i due rigori per la Juve non visti da Dondarini, parlare di "cose dell'altro mondo" a Reggio è parso veramente di pessimo gusto.
Soprattutto se riferito, geograficamente, ad un posto dove, dal 1999 si sono viste cose che "voi umani non potreste nemmeno immaginare".