''Sono convinto che ad autorizzare l'omicidio dell'on. Fortugno furono piu' cosche e a deciderlo furono poteri oscuri e illegali. Quel delitto e' stato portato a termine con finalita' politiche e modalita' mafiose, deciso da una 'mente', una regia che sapeva che stroncando la vita di Fortugno avrebbe interrotto o comunque fortemente indebolito il processo di cambiamento che si stava avviando''. E' quanto ha detto il presidente del consiglio regionale della Calabria, Giuseppe Bova, nel corso della deposizione durante l'udienza del processo ai presunti mandanti ed esecutori dell'omicidio di Francesco Fortugno. Bova ha poi aggiunto che ''le dichiarazioni che ho rilasciato e gli interventi che ho scritto dopo
l'omicidio Fortugno erano, e sono tutt'ora, volti ad un unico obiettivo e cioe' ricercare la verita', tutta e fino in fondo, e soprattutto svelare a quale livello e' stato dato il via libera al delitto. Il rilievo della funzione politico-istituzionale di Fortugno derivava da due elementi: la circostanza che lui fosse stato il primo degli eletti nella lista della Margherita e il fatto che la coalizione di cui faceva parte aveva ottenuto un risultato senza precedenti. Non era mai avvenuto in Calabria che le elezioni fossero vinte da uno schieramento con una tale differenza: oltre 220 mila voti di scarto. Si riteneva che che da quel voto potesse nascere un grande cambiamento per la nostra regione. E a temere il cambiamento sono coloro che godono di poteri e privilegi''. Descrivendo poi la figura di Francesco Fortugno, Bova ha detto che ''era un uomo mite, positivo. Non riesco ad individuare cause immediate del delitto ne' nella sua indole personale, ne' nella sua funzione politico-istituzionale di vicepresidente del Consiglio regionale. Lo incontrai l'ultima volta il giorno prima che fosse ucciso, ed era sereno''. (ANSA).