• Legalitalia ricorda il giudice Antonino Scopelliti

    legalitalia_logoE’ stata una notte particolare, significativa, per certi versi magica

    “Legalitalia” ha aperto i battenti scegliendo, non a caso, una data molto importante per la storia recente della Calabria e, perché no, dell’intera Italia: il 9 agosto di sedici anni fa, moriva, infatti, il giudice Antonino Scopelliti, colui che avrebbe dovuto rappresentare la pubblica accusa nel maxi processo contro Cosa Nostra. A ricordarlo,

    pecora_aldonel pomeriggio, una messa solenne officiata da Don Luigi Ciotti, alla quale hanno partecipato numerose autorità civili e militari. In serata, invece, oltre ai relatori, tanta gente che è accorsa a piazza Duomo, dove gli stand di Legalitalia rimarranno per tutto il weekend, per ricordare il coraggioso magistrato caduto sotto i colpi della criminalità organizzata. Un evento senza precedenti, che, come ricorda il leader di “Ammazzateci tutti”, Aldo Pecora “ha il suo significato nel nome, ‘Legalitalia’: legare i giovani che verranno da Verona, da Milano e da tante altre parti d’Italia sotto il segno della legalità. Non abbiamo intenzione di fare passerelle – ha proseguito Aldo Pecora – ce ne sono già troppe: noi invitiamo i giovani ad ascoltare gli esperti che interverranno sul palco, solo così si potrà uscire da questa tre giorni con uno spirito diverso”.
    scopelliti_rosannaIl meeting, coordinato dal giornalista Michele Cucuzza, è stato introdotto da una canzone cantata da Pino Barillà, ma scritta da Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antonino. Subito dopo la parola è passata proprio a Rosanna Scopelliti che ha ringraziato tutti i presenti: “La Calabria è una terra di speranza, fatta di gente onesta e così deve essere vista in tutta Italia. Questa sera la Calabria ha scelto da che parte stare”. A margine della prima serata di lavori, la giovane Rosanna ha dichiarato a noi di strill.it di essere “sinceramente commossa, perché, dopo sedici anni, per la prima volta, non mi sono sentita sola. Questa è per me una serata di grande speranza”.
    Nel corso del meeting è intervenuto anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, che ha sottolineato come “debba essere la politica a fare da battistrada nella lotta alla criminalità. La lotta alla mafia non è né di destra, né di sinistra, per questo bisogna essere tutti uniti”. Toccanti anche le parole del coordinatore della DDA reggina, Salvatore Boemi: “Il ricordo del collega Scopelliti è ancora vivo – ha affermato Boemi -, egli era considerato uno dei magistrati più preparati presso la Suprema Corte di Cassazione ed è un orgoglio per tutta la Calabria. Non a caso, oltre al processo contro Cosa Nostra, che avrebbe dovuto discutere se non fosse stato vigliaccamente trucidato, si è occupato di processi altrettanto importanti come quelli per l’assassinio di Aldo Moro e ai terroristi. Nino Scopelliti, credeva nel proprio lavoro – ha proseguito Boemi – e la sua morte rappresenta il frammento di un enorme mosaico di sangue. Di ciò era convinto anche Giovanni Falcone, profondamente toccato dalla morte del collega e amico: Falcone era consapevole della scia di sangue che sarebbe proseguita con le morti di Salvo Lima, di Borsellino e appunto, con quella di Falcone stesso. Scopelliti è stato ucciso – ha concluso Boemi – perché il maxiprocesso sanciva la struttura della mafia siciliana e questo i corleonesi lo dovevano impedire”. Dopo il coordinatore della DDA di Reggio Calabria, è stata la volta dell’onorevole Beppe Lumia, vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia: “Signori siamo ad un bivio – ha esordito Lumia: bisogna scegliere tra la convivenza con le mafie o la denuncia. La mafia deve avere paura dello Stato e non viceversa, Reggio deve andare avanti e reagire: si è terra di conquista quando si vuole essere conquistati. La città – ha concluso Lumia – deve proseguire il proprio rilancio sulle orme lasciate da Italo Falcomatà, nel 1992, per la prima volta, una sentenza ha sancito l’esistenza concreta della mafia: quello deve essere l’anno della svolta”. Assente il preannunciato Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso, è intervenuto il giudice Enzo Macrì che ha ricordato il collega don_ciottiscomparso e salutato tutti a nome del Procuratore Grasso. La riflessione sulla stampa è stata invece affidata al giornalista Antonio Prestifilippo, autore del volume “Scopelliti: morte di un giudice solo; il patto di ferro tra la ‘ndrangheta e Cosa Nostra”, che ha ammonito così: “Anche i giornalisti devono invertire la rotta: l’omicidio del giudice Scopelliti è scomparso dai giornali nazionali dopo dieci giorni e questo non è accettabile: proprio per questo ho scritto un libro su di lui, perché ero indignato dal silenzio, benché non lo avessi mai conosciuto”. A concludere la serata è stato l’intervento di don Luigi Ciotti, presidente di Libera. E le sue infuocate parole squarciano il cielo notturno sopra piazza Duomo: “C’è bisogno di ribellione contro la mafia, la denuncia è un annuncio di salvezza”. Poi un pensiero rivolto al giudice Nino Scopelliti e alla figlia Rosanna, che siede accanto a don Ciotti: “Tu hai preso il testimone di papà e hai trovato degli amici coraggiosi come Aldo Pecora e i ragazzi di Locri, non rinunciare alla tua lotta!”


    Claudio Cordova

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