Se logiche del destino e scelte degli umani si mescolano rischia di venirne fuori un pasticcio. Che, dopo poco più di 20 minuti, proprio Ciccio Cozza abbia avuto tra i piedi la palla dello 0-1 è, senza dubbio, scelta del fato. Che Lucarelli, in ritardo, abbia messo le mani sulla schiena dell'ex capitano amaranto, che è caduto, è, invece conseguenza di scelta umana, al pari di quella dell'arbitro Morganti che ha concesso il calcio di rigore. Ma la scelta più strana è stata quella dell'allenatore del Siena, Beretta, che ha lasciato a Cozza la scelta di andare personalmente sul dischetto. No, quel rigore
Cozza non doveva tirarlo. Troppi fantasmi, troppi affetti, troppo passato è sfilato via davanti a Ciccio mentre, facendo rimbalzare nervosamente per terra il pallone, attendeva che si smorzassero le proteste dei giocatori amaranto. Ha tirato come non aveva fatto quasi mai: invece che alto, forte e a sinistra, basso, debole e a destra. Ciccio quel rigore non doveva tirarlo perchè lo si è messo in una condizione che non poteva coniugarsi con le attività agonistiche da sviluppare a sangue freddo, come, per l'appunto, l'esecuzione di un calcio di rigore. Saranno facili i mugugni ed i sorrisetti di circostanza a Siena, stomaco e cuore resteranno mescolati a lungo sia per Ciccio che per i tifosi amaranto. Alla Reggina è andata bene, ma Beretta ha sbagliato. E sarebbe stata una scelta inopportuna – quella di far battere il rigore a Cozza- anche se Ciccio avesse fatto gol.