Da Rosetta Neto Falcomatà, Giuseppe Falcomatà e Valeria Falcomatà, moglie e figli di Italo, riceviamo e pubblichiamo:
A proposito delle recenti e varie notizie riportate dalla stampa riguardanti “l’eredità di Italo”, una sorta di “transfert” del suo nome, riteniamo opportuno, pur senza entrare nel merito di vicende politiche contingenti a Reggio come a S.Eufemia, sottolineare come non sia opportuno utilizzare per fini meramente
elettorali il richiamo alla figura di Italo.
Chiunque voglia rifarsi al suo esempio dovrebbe tenere un comportamento coerente con lo stile e il rigore che gli sono stati propri. Ognuno affermi il proprio valore sul campo, esprimendo ciò che è in grado di esprimere, senza facili semplificazioni.
Accostamenti arbitrari, riferimenti a vicende che riguardano esclusivamente l’intimità della famiglia (peraltro non sempre rispondenti al vero), e che toccano nel profondo la storia di un uomo che non c’è più e che per questo la sua non la può raccontare, non rappresentano altro che un tentativo di appropriarsi indebitamente della figura di Italo che nell’immaginario collettivo è sinonimo di servizio alla città.
Come famiglia, anche quando non ne siamo stati informati, abbiamo gradito l’intitolazione ad Italo di strutture, sezioni e opere pubbliche ma saremmo felici di constatare che tale attenzione generosa, che sempre ci inorgoglisce e ci gratifica, andasse di pari passo con la coerenza e l’integrità che egli ha rappresentato pur nella difficile arena della politica.
Nessuno nega che sia usuale nell’azione politica richiamarsi a personalità che hanno “lasciato buon ricordo di sé”, ma il continuo usare ed abusare del nome di Italo è diventata un’ abitudine logora che oscura ed avvilisce anche i propositi più sinceri.
“A egrege cose il forte animo accendono l’urne dei forti “ scrive il poeta: l’ispirazione quella vera, è un sentimento nobile, segreto, che nutre lo spirito e lo fortifica, spingendolo a superare i propri limiti, e non piuttosto un emblema da esibire in pubblico, che generi sterili e inutili polemiche.
Siamo convinti che, come noi, anche l’opinione pubblica, piuttosto che assistere a contese formali fuori luogo, gradirebbe una gara virtuosa nella coerenza dei gesti e nell’impegno concreto per la comunità.