Il Sarago, Diplodus Sargus, è il piccolo re delle scogliere mediterranee, sia in quanto a popolazione che per il suo carattere predominante in acqua, tra i piccoli predatori.
Ne conosciamo di varie specie, oltre al comune sarago maggiore, il più diffuso, riconoscibile dalla forma ovale, argenteo, con il tipico anellino neroche fascia la parte estrema del corpo prima della coda, troviamo
anche lo” sparaglione”, dai riflessi dorati, che è il più piccolo della famiglia, poi il”pizzuto” dalla bocca più piccola e leggere striature verticali sul dorso, ed il “fasciato” che si distingue per la presenza di due uniche bande nere tra la testa e la coda.
L’habitat di questo pesce, che può arrivare ai due kg di peso, è la comune scogliera, non si muove in genere a grandi profondità,
max 25-30 mt., ed ama predare neonata d’alici, paguri, granchi e vermicini, tranne il “pizzuto” che si ciba prevalentemente di alghe e plancton.
Si possono incontrare grossi esemplari che vivono in solitudine, ma frequentementelo troverete in branco, specie il “fasciato”, che al contrario dei cugini ama vivere su fondali tra roccia e sabbia.
In cucina: è pesce prelibatissimo, tanti si inventano strane ricette, ma a parer mio, il massimo è arrostirlo, preferibilmente sulla brace, e servirlo con del semplice salmoriglio, al quale vi consiglio di aggiungere della finocchiella selvatica sminuzzata (tipica erbetta aspromontana).
Raro incontro in pescheria, è possibile trovarlo freschissimo in qualche trattoria della costa ionica, a prezzi contenuti.
Tecniche di pesca: Innescando fragolino, potrete pescarne di grossi sia dalla spiaggia, con mare lungo, con la canna in surfcasting, che a pochi metri d’acqua dalla scogliera, quasi a vista.
In apnea, col fucile, è preda ambita, in quanto rapidissimo nuotatore sensibile alla minima vibrazione. Iniziate ad impratichirvi con i piccoli, scendete all’aspetto e , nascosti dietro qualche roccia, colpitelo in posizione orizzontale, cercando il laterale del corpo.
Scilla potrebbe essere la location ideale per i grossi esemplari. Un consiglio per evitare spiacevoli incontri con la guardia costiera: portatevi sempre dietro la boa di segnalazione sub.
Vittotio Renzelli – foto di Francesco Turano