Carissimo,
è strano trovarmi a scrivere questa lettera proprio oggi e proprio io che ormai non ho più l’età per farlo. Il Natale è una festa importantissima.
Durante questa giornata nessuno dovrebbe soffrire, nessuno dovrebbe star solo eppure c’è chi si trova, per un motivo o per un altro, ad avere pene e solitudini nel cuore. Ho tre figli, due ragazze ed un maschietto. Il più piccolo vive con me, le due sorelle più grandi non più. Non domandarti se sono lontane per motivi di studio, se abbiamo avuto discussioni, non è così. Mi sono state portate via, allontanate da me all’età di 13 anni. Le mie origini sono di etnia rom, ma non mi sono mai rispecchiata nel loro modo di vivere, così, dopo varie lotte intestine alla mia famiglia, a 18 anni, sono andata via e mi sono creata una realtà diversa, una realtà “normale” rispetto a quello che vivevano e vivono le donne della mia etnia a Catanzaro e in ogni posto del mondo. Non avrei mai potuto immaginare che a distanza di tempo, le mie due bambine, Costanza e Clara, a pochi anni di differenza l’una dall’altra, avrebbero fatto ritorno al mio passato, innamorandosi di due ragazzi di etnia rom. Non ho mai contestato le relazioni, l’amore, se c‘è, va bene qualunque sia il destinatario, ma il come, a 13 anni, le mie figlie, poco più che bambine, siano state plagiate, circuite e rapite. Non chiedo molto, quest’anno, quindi, vorrei soltanto che le mie due bambine, oggi più grandi, tornassero da me e mi stringessero come quando erano piccole, piccole ed era il caldo abbraccio materno a rassicurarle. Una madre non si rassegna mai alla perdita di un figlio ed io ancora meno, sapendo che loro suggestionate, in qualche modo, non vogliono più avere nulla a che fare con me. Me le hanno portate via e nessuno ha mosso un dito, nessuno, nemmeno la giustizia che dovrebbe salvaguardare i diritti e proteggere i minori soprattutto, ha fatto nulla. Ho un unico e solo desiderio, dunque, per quest’anno, Babbo Natale: chiudere gli occhi stanotte ed essere svegliata domani mattina dalle grida festanti delle mie bambine che prendono in giro il loro fratellino, guardarle mangiare i dolci natalizi e scartare i regali. Questo è il mio desiderio, ricominciare a vederle crescere.
Con speranza,
Maria Abruzzese