di Josephnine Condemi (foto Antonio Sollazzo) – Fulvia Salvi ha costruito la sua carriera nel campo della comunicazione, tra industria culturale musicale e cinematografica. Fino al 2008
direttore marketing della 20th Century Fox in Italia, ha fondato iQuattro.
Che cos’è iQuattro?
E’ una società di servizi con valenza strategica innovativa, un progetto nato nel luglio 2011. Il nome coniuga due fattori: i quattro elementi, cioè la sensazione di gestione a tutto tondo applicata alla realtà del business e la simbologia del numero quattro, concretezza, cioè non solo progetti strategici ma risoluzione delle problematiche nell’innovazione. L’esperienza, la lunga militanza nel mondo della comunicazione è la chiave di volta di questo progetto: oggi le aspettative aziendali si riferiscono alla ricerca di nuove idee, nuovi modi per fare business, e il mondo della comunicazione dà la possibilità di occuparsi di traslazione di cultura all’interno delle aziende. In questo periodo ad esempio mi sto occupando di welfare aziendale, che sembra non c’entri niente, e invece i nuovi investimenti sulla cultura servono a migliorare il patrimonio aziendale delle risorse umane, stabilendo rapporti interni che migliorano attività produttiva: fattori, temi doverosamente sentiti anche a livello sociale. In epoca di grande crisi economica è importante salvaguardare il patrimonio di tradizioni e di cultura intesa come comunicazione, come modo di esprimere l’identità aziendale. Uno dei punti è ad esempio la fidelizzazione interna, tema poco trattato: è attraverso l’interazione profonda che si potenzia e si amplia il business, perché senza lavoro di squadra è complicato realizzare qualunque cosa… E questo modo di rapportarsi tocca anche temi come l’interculturalità, fondamentale dentro un’azienda… temi visti scetticamente, perché le emergenze portano a risolvere i problemi in modo breve ma quasi mai efficace…
Lei viene dal mondo dell’entertainment..l’integrazione culturale stona con alcune logiche dello star system o no?
Ci sono corsi e ricorsi che banalmente vengono dette mode. Nei momenti come questo,la tendenza è trattare di cose passate, di luoghi di tradizione, non a caso nella produzione filmica recente ci sono molte opere di tradizione, non necessariamente classiche come i drama… sono stili rivisitati, che hanno un buon gradimento perché nel risultato finale inconsciamente ci siamo dentro, con dei riferimenti in cui ci si trova immediatamente… Lo star system, il cinema americano, si muove su investimenti e schemi molto diversi ma è molto più attento di quanto sembri ai mutamenti, alla cultura, al contenuto.
Perché ha lasciato la 20th?
Ho lasciato a fine 2008 perché sentivo il bisogno di gestire il tempo in modo diverso, di potere interagire in più settori… Si chiudeva un ciclo, avevo bisogno di sperimentare e non era più possibile lì. Certo, l’ho fatto in un momento apocalittico, ma l’istinto mi diceva di farlo, e finora mi ha fatto fare scelte di cui sono contenta…
Crede quindi nell’istinto?
Attenzione, si dice istinto ma in realtà nulla è lasciato al caso, l’istinto è il pezzo in più che ti permette di fare il salto ma io ho sempre molto riflettuto sulle scelte, mi sono posta degli obiettivi e chiesto a me stessa moltissimo, un po’ anche perché in quanto donna ho dovuto dimostrare di essere capace molto più di quanto venga richiesto agli uomini. Ho dovuto battagliare, anche nelle strutture in cui sono stata, perché il ruolo veniva riconosciuto ma il prezzo da pagare in termini di impegno e dedizione era indubbiamente molto alto… Poi, bisogna anche tenere duro, andare avanti e camminare secondo il proprio obiettivo… Per raggiungere successi, ci vuole grande impegno ma non ci si deve scoraggiare, se guardo indietro sono soddisfatta, ho lavorato molto e alla fine ho scelto di correre da sola… Mi reputo una persona fortunata perché mi si sono presentate delle opportunità, bisogna saperle riconoscere e saltarci sopra al momento opportuno…
Qual è la differenza che fa differenza?
L’essere capaci di leggere gli eventi mantenendo la propria rotta e la propria dignità, quindi fare delle scelte mantenendo i propri punti di riferimento. Questo credo faccia la differenza.