di Grazia Candido (foto Antonio Sollazzo) – Uno spettacolo divertente, ironico, leggero che fa riflettere su due parole molto importanti: legalità e onestà, spesso, in contrasto tra di loro nella quotidianità ma fondamentali per un Paese che, ora più che mai, deve ripartire.
A spronare il pubblico “a ricominciare a vivere” strappando continue risate e applausi meritatissimi, ieri sera, nell’incantevole arena “Neri”, l’attore napoletano Biagio Izzo, protagonista della commedia “Tartassati dalla tasse”, scritta e diretta da Eduardo Tartaglia, terzo appuntamento della kermesse “CatonaTeatro“.
Nei panni di Innocenzo Tarallo (per gli amici Enzuccio Patanè e con il soprannome O’ Brillantone), vedovo ancora piacente e padre innamorato follemente di sua figlia, Biagio, insieme alla sua affiatata e ben collaudata compagnia, si cala con naturalezza, in quell’uomo fattosi da sé, che da nipote e figlio di baccalaiuolo, si ritrova ora proprietario orgoglioso di un ristorante “nippo-napoletano” che, però, deve pagare tasse salatissime pur non avendo alcuna prenotazione. Si affida alla strategia di marketing suggerita dal simpatico cuoco giapponese Cazzumi Momoru, una scelta ovviamente infelice che insospettisce l’integerrimo maresciallo della Finanza, Gilberto La Scorza che, insieme all’appuntato Messina, cerca di trasmettere ad Innocenzo concetti di onestà e umanità.
“E’ la storia di un riscatto sociale di un uomo del Sud, si parla pure del rapporto padre-figli e della necessità imprescindibile di rispettare le leggi per favorire il bene comune e non solo il proprio, ma è anche, la triste vicenda di non riuscire a godersi la vita come si vorrebbe a causa di intoppi che fanno riflettere – afferma Biagio prima di salire sul palco -. Mi piace trattare situazioni attuali ed esorcizzare temi importanti come le tasse, già il nome fa rabbrividire, ma ne parliamo in maniera leggera, elegante per far capire che vanno pagate se vogliamo che le cose in questo Paese funzionino davvero. Questo spettacolo, a tratti, è una commedia dell’arte con momenti liberi dove si riflette su due parole fondamentali: Italia ed equità che messe insieme formano Equitalia, per molti una parola che rappresenta il finimondo. Erano due anni che aspettavamo questo momento per tornare a lavorare, noi senza il pubblico non esistiamo e poi, questa è cultura, divertimento, diamo la possibilità alla gente di staccare la spina. Per noi – conclude Biagio – è lavoro ma è anche un’opportunità per portare le nostre idee al pubblico. Viva la vita, viva il lavoro, viva il Sud”.
Continui equivoci rendono i confronti dei protagonisti esilaranti, grazie anche ai giochi di parole e all’abilità, tutta napoletana, di confondere i termini non conosciuti e reinventarli con risultati paradossali. Il vulcanico Izzo, incalzante e veloce in scena, anche quando va fuori copione, dimostra ancora una volta il suo magistrale talento: basterebbe solo la mimica e la sua teatralità a scatenare continue risate, come quando cerca di convincere la figlia che “la carta di credito va usata solo per calamità naturali” o quando sfodera il suo “sex appeal” con la moglie trascurata del maresciallo che tenta di far uscire il compagno dal “regno del dovere”.
Nella storia, fondamentale è il ruolo delle donne che vogliono aprire la mente agli uomini che hanno accanto. E sarà proprio la dolce figlia di Innocenzo ad insegnare al padre che “credersi perfetti” non vuol dire “essere perfetti” ed essere giustificati in tutto ciò che si fa.
“Io le tasse le pagherei ed anche volentieri se solo le cose funzionassero veramente – afferma Tarallo convocato alla Finanza -. Questa è una società fatta da finti bisogni, c’è chi nasce con la camicia e chi col senso di colpa. Io non posso pagare le tasse al commercialista se non guadagno e sì, ho evaso le tasse per offrire a mia figlia che non mi ha mai chiesto nulla, ciò che si può e, a volte, anche quello che non si può” .
Ma è la risposta del maresciallo a far capire ad Innocenzo che “il vero sacrificio che si fa per i figli è quello di restare uomini totalmente onesti, non quello di evadere le tasse per assicurare loro qualcosa in più di quel che possiamo permetterci”.
Una lezione che dovrebbe farci capire che, dopo questa devastante pandemia che ci ha profondamente segnato l’esistenza, forse, è arrivato il momento di comprendere che vivere è la cosa più rara al mondo, offre sempre una seconda possibilità a tutti e si chiama domani.