di Giusva Branca – La distanza tra ciò che si dice e ciò che è, tra le versioni ufficiali e la realtà delle cose è marcata e la battaglia sulla Sogas e sullo scalo reggino è lo spunto, ghiottissimo, per azzannare una porzione di potere (anche economico) importante.
Andiamo con ordine: la Sogas è stata dichiarata decaduta, da parte dell’Enac, con decorrenza 15 marzo prossimo. Questo, in teoria, non comporta lo stop delle attività dello scalo, dal momento che il provvedimento prevede che “nelle more dell’espletamento della gara per affidamento in concessione della gestione dell’aeroporto dello Stretto codesta Sogas spa, fatto salvo il mantenimento delle previste condizioni operative e di sicurezza dello scalo, è autorizzata alla prosecuzione della conduzione dell’aeroporto fino all’effettivo subentro del nuovo gestore”.
Detta così va spiegata: Enac provvederà a bando a meno che…a meno che qualcosa di nuovo non accada.
E questo qualcosa necessariamente deve passare da una decisione della Regione Calabria che, da un lato è comunque titolare di quote della Sogas e dall’altro, soprattutto, è, in maniera di trasporti, il massimo Ente competente in Calabria, tranne che non si voglia considerare lo scalo reggino (il primo ad avere collegato la Calabria col resto del Paese) una questione comunale o della Città Metropolitana.
Già…la città metropolitana…e qua lasciamo la strada segnata di ciò che accade alla luce del sole per intraprendere quella, in penombra, delle segrete stanze.
Il silenzio – agghiacciante prima ancora che assordante – di Oliverio su questa gravissima questione sta a metà tra la piena congruità dei suoi tempi di reazione (assimilabili a quelli di Andrade, centrocampista della Roma noto per la sua immobilità assoluta) e la tattica calcolata.
Da mesi Raffa chiede che la Regione versi la quota relativa all’aerostazione ma senza esito, da qualche giorno i rumors sono insistenti sempre di più: da Germaneto pare sia arrivato l’ordine di non muovere un dito per salvare la Sogas, il piano B è già pronto.
Il piano B prevede una unica società di gestione regionale, a chiacchiere, una sorta di accorpamento nella Sacal di Lamezia nei fatti, che, però, usufruirebbe del pennacchio (che se si sa sfruttare è ben altro di un semplice pennacchio) dello scalo della Città metropolitana che, a questo punto, farebbe di Lamezia-Reggio un vero e proprio hub con lo scalo lametino a rappresentare da un lato la parte del leone e dall’altro a sfruttare lo scalo metropolitano reggino.
La cosa, in sé, potrebbe anche non interessare più di tanto all’utente medio che, anzi, ne potrebbe anche avere dei vantaggi.
Ciò che è intollerabile, però, è il gioco a nascondino del Governatore che, invece, ha il dovere di uscire pubblicamente e spiegare come stanno le cose e quale è il piano della Regione.
Il suo silenzio se da un lato fa il suo gioco, dall’altro aggrava giorno dopo giorno la situazione della Sogas (non dello scalo, della Sogas, c’è una bella differenza…) e alimenta un gioco al massacro che, tra l’altro, si abbatte anche sulle spalle di 104 dipendenti.