Riceviamo e pubblichiamo – Venerdì 20 aprile, dalle ore 9,00 alle 13,30, si terrà a Tropea, Palazzo Santa Chiara, il convegno “LE CITTÀ DEL FUTURO ‐ Le città in Calabria: un progetto per il futuro”, undicesima tappa del percorso di avvicinamento all’VIII Congresso Nazionale degli Architetti Italiani, che si svolgerà a Roma dal 5 al 7 luglio prossimo. Il convegno calabrese, come tutti le altre tappe regionali, tratterà il tema stabilito a livello nazionale, che intende indagare le tematiche della trasformazione del territorio e della città, dal livello europeo a quello regionale. Saranno presenti all’iniziativa l’intero Consiglio Nazionale Architetti e i Consigli degli Ordini delle cinque province calabresi; sono stati invitati a partecipare gli iscritti, i parlamentari neo eletti, i rappresentanti politici e istituzionali della Regione, tutti i professionisti e le associazioni di categoria. Sicuramente un’ottima occasione per riflettere e dibattere sulla città e sul suo futuro. Ma il Documento Programmatico che gli architetti calabresi vogliono proporre al Congresso Nazionale si smembra in cinque parti (una per ciascun Ordine), come se le problematiche emergenti non fossero comuni in Calabria, ma si differenziassero nettamente provincia per provincia. Alla fine credo sia quanto mai opportuna assumere una posizione comune e che si debba sintetizzare un messaggio chiaro, da riportare in sede di congresso. Come al solito, invece di essere sintetici e mirare alla denuncia e alla proposta di soluzioni unitarie, ci perdiamo nei meandri delle descrizioni e delle analisi. Addirittura, pare, che alcuni Ordini abbiamo fatto un documento che espone le visioni strategiche riferite ad ambiti provinciali, peraltro riprese soltanto dal QTR regionale. Meno male che si parla della città del futuro in un contesto di possibili sognatori, innovatori e trasformatori del territorio urbanizzato e non! Faremo ridere i polli! Penso che un elemento importante ‐ in quanto ineludibile presupposto per il futuro delle nostre città per il futuro della professione degli architetti calabresi ‐ sia la lotta alla burocrazia asfissiante, ad una piattaforma Sismi.ca non funzionante, ad una certificazione ITACA stantia, alla mancanza di risorse per la redazione degli strumenti urbanistici, al diritto ad un giusto compenso, alla garanzia della qualità e della sicurezza. Spero che questi argomenti o almeno qualcuno di essi sia trattato all’interno dei Documenti Programmatici che presenteranno i vari Ordini. La speranza è l’ultima a morire! Certa è comunque la mancanza, da parte degli Ordini, della condivisione e del dialogo con i propri iscritti su problematiche così delicate e sul tema congressuale: non è e non può essere sufficiente chiedere un contributo mediante una semplice circolare inoltrata via e‐mail, senza fornire specificazione alcuna. Alcuni Ordini, per quel che mi è stato riferito, avevano proposto di affrontare i problemi delle nostre città e dei professionisti (e di conseguenza dei cittadini calabresi) e di proporre possibili soluzioni, incalzando così anche le scelte politiche affinché vi siano solide basi per il futuro, sulle quali far nascere le nuove visioni e i nuovi progetti di città. Ma così probabilmente non sarà! Penso che l’occasione del congresso non andasse sprecata, soprattutto nel periodo di crisi che stiamo vivendo. A quanto sembra, invece, siamo fuori dal tempo e dallo spazio!! Nei convegni propedeutici ai Congressi Nazionali vi sono sempre stati ampi dibattiti, mentre adesso il confronto non è previsto! Forse è sfuggito o non è stato inserito in locandina….. almeno spero!! Molti colleghi mi scrivono dicendo che sono stanchi!! Uno dei tanti dice: “Premesso che sarò assente, perché i personaggi della tavola rotonda (ahimè mi hanno costretto ad andare via da Reggio Calabria per lavorare) richiamano alla mente le gesta dei fiabeschi cavalieri di Re Artù; infatti continueranno a raccontare favole… Trovo offensivo e quindi voglio fare POLEMICA! argomenti così importanti possano essere liquidati in tre ore, senza un confronto né un dibattito, suggerisco lo streaming che va tanto di moda così siamo tutti più “tranquilli”” Un altro: “Ma questo documento programmatico che ogni Ordine presenterà, come è stato definito? Che io sappia non ci sono stati confronti con la base degli iscritti per individuare problematiche e proporre soluzioni! Come al solito i pochi hanno deciso per i più?” E inoltre, visto il tema trattato , a mia modesto avviso, avrebbe dovuto essere presente l’Assessore regionale all’urbanistica, che avrebbe potuto illustrare le più attuali linee programmatiche della Regione per lo sviluppo dei territori e della città.
Arch. Arrigo Lagazzo