Ventisei persone sono state arrestate – uno l’obbligo di firma – stamattina dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’operazione denominata «Garden», coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che ha riguardato le cosche Borghetto e Latella operanti nei quartieri di Modena e Ciccarello. Il blitz è scattato all’alba nelle province di Reggio Calabria, Agrigento, Cosenza, Messina, Milano e Roma.
I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto Walter Ignazitto. I reati contestati a vario titolo agli indagati sono associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti e usura. Per 25 è stato disposto il carcere mentre per uno gli arresti domiciliari.
Nel mirino le attività criminali di due delle cosche più potenti di Reggio Calabria: i Borghetto e i Latella, storicamente legate nella seconda guerra di ‘ndrangheta che insanguinò Reggio Calabria dal 1985 al 1991, al ‘cartello’ De Stefano, Libri, Tegano, in contrapposizione ai Serraino-Imerti-Condello.
L’inchiesta, inoltre, avrebbe posto in evidenza una sorta di riorganizzazione degli equilibri e interessi criminali definiti alla fine del 1991, con una nuova mappa delle influenze territoriali, in particolare per i soggetti oggi indagati, nei quartieri ‘Modena-Ciccarello’ e le frazioni della Vallata del Valanidi, a sud del centro storico di Reggio Calabria.
Una parte delle indagini riguarda i rapporti tra la ‘ndrangheta e la comunità rom di Ciccarello che, secondo gli inquirenti, non è più manovalanza al servizio dei clan ma si sta trasformando una vera e propria cosca. I rom dei quartieri Modena-Ciccarello e Arghillà avrebbero trovato ‘un posto a tavola’ nell’organizzazione dello spaccio di stupefacenti, di traffico di armi, estorsioni e usura, una ‘divisione del lavoro’ criminale che sta interessando da tempo anche altre aree della Calabria, come la Piana di Gioia Tauro, la Sibaritide, il Lametino. «Non si tratta ormai di manovali del crimine – affermano fonti investigative con riferimento ai rom – ma di un’organizzazione autonoma che può contare su decine e decine di persone, soprattutto giovanissimi, che è ormai diventata una pericolosa realtà».