Una delle grandi perplessità riguardo al Ponte sullo Stretto riguarda il fatto che, di fatto, collegherebbe zone periferiche delle province di Reggio Calabria e Messina. Il paradosso è che l’infrasttura rischierebbe di tagliare fuori proprio le due città dello Stretto. Il rischio è che, tra l’altro, continuerebbe ad essere più comodo prendere il tragehtto e l’aliscafo invece che raggiungere le rampe chissà dove.
Cosa che non avverebbe qualora trovasse riscontro un eventuale progetto di cui parla La Stampa.ù. Non più il ponte a campata unica che si baserebbe su pilastri posti nel punto più vicino della costa, ma un progetto diverso. “Di iù recente soluzione – scrive il quotidiano – è quella di realizzare un ponte sospeso, ma molto più lungo, che collegherebbe direttamente le due maggiori città, e sarebbe a tre campate con due pilastri, meno impegnativi dei precedenti ma appoggiati in mare sulle pendici del fondale dello Stretto. Questo però -secondo alcuni studi fin qui eseguiti- genererebbe severissimi problemi statici, perché quelle pendici non sembrano essere affatto geologicamente stabili”.
Tocchereà agli ingegneri sciogliere eventuali riserve, ma certo è che la seconda ipotesi avrebbe decisamente più senso per Reggio Calabria e Messina che, a quel punto, diventerebbero realmente un’unica cosa.