Se fosse entrata in vigore prima, la normativa sulla improcedibilità della Riforma Cartabia, in un anno, per l’85% dei processi per reati comuni verrebbe dichiarata l’improcedibilità.
Sono i numeri forniti, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, dal procuratore generale di Reggio Calabria Gerardo Dominijanni che ha esordito con una simulazione fatta dal suo ufficio.
Anche il presidente della Corte d’Appello Bruno Muscolo ha definito “dirompenti” gli effetti dell’improcedibilità, che “trova la sua ratio quale unico rimedio per evitare il ‘fine processo mai'” ma “se si considerano le gravi carenze di organico potranno sopravvenire numerose pronunzie di improcedibilità per l’obiettiva impossibilità di celebrare i giudizi nei termini”.
Il procuratore di Reggio, Giovanni Bombardieri, invece, ha puntato il dito sulle intercettazioni. Dopo avere sostenuto che “sempre maggiore è il pericolo che la ‘Ndrangheta penetri nel tessuto sociale in un contesto economico fortemente indebolito dai postumi dell’emergenza Covid-19” e “la costante affermazione, anche a livello politico nazionale, secondo cui la ‘Ndrangheta costituisce l’emergenza criminale più grave del Paese”, Bombardieri ha sottolineato che si impone “un complessivo potenziamento” del contrasto e che le intercettazioni vanno mantenute perché “settore nevralgico per ogni Procura e fondamentale ed insostituibile strumento investigativo, oggi più che mai strategico per la ricerca della prova”. (ANSA).