«Considerato che, a distanza di 14 giorni, la mia richiesta di convocazione urgente di una commissione dedicata al problema della crisi idrica, non ha sortito effetto alcuno, mi sono recato al Palazzo Cedir, perché come recita il detto popolare: “Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna”. Durante una cordiale conversazione con il responsabile del settore, oggi è possibile trasferire ai tanti cittadini arrabbiati alcune informazioni». È quanto afferma il consigliere comunale di minoranza Nicola Malaspina (ReggioAttiva).
«Preliminarmente – spiega – bisogna fare un distinguo tra i disagi subiti dal centro storico e quelli delle periferie. Secondo l’ufficio tecnico, la penuria di acqua nel centro cittadino è dovuta “all’abbassamento del livello del liquido presente nell’invaso della diga del Menta”. Non per mancanza di fiducia, ma per completezza d’informazione provvederò a contattare Sorical. Passiamo al tasto più dolente, le periferie. Durante la conversazione, è emersa ufficialmente, quella che fino a ieri era solo un’ipotesi.
L’acqua non arriva nelle case poiché viene utilizzata per irrigare i campi e ciò è possibile perché, molti punti di manovra risultano incustoditi. Si sono verificati anche casi in cui, nei punti più sensibili, pur essendo stati muniti di catenaccio, ignoti, hanno provveduto a tagliarli per poter tornare ad operare “liberamente”. Bisogna aggiungere anche che, oltre al registrarsi di questi veri e propri atti criminosi, il settore competente ha lamentato una carenza di organico tale da non permettere il totale controllo, anche solo dei punti nevralgici in cui si registrano i consumi anomali di acqua».
Detto questo, Malaspina ha affermato di aver inviato una Pec, chiedendo «la mappa dei punti nevralgici e quanti e quali allacci, dove vengono effettuate le “manovre”, risultano essere incustoditi. Se il personale del settore è carente, se come affermato dal responsabile del settore, interpellate le forze dell’ordine, anche queste, per carenza di organico non possono garantire questo controllo, per i cittadini, non resta altra soluzione che quella di autorganizzarsi trasformandosi in sentinelle dell’acqua.
Da ultimo consigliere d’opposizione, peraltro eletto in una “piccola” lista civica, posso comprendere che le mie richieste, per “ordine di scuderia” possano rimanere inevase, non è ammissibile invece che si possa continuare ad ignorare le legittime richieste di una cittadinanza stanca, esasperata, disgustata, delusa dalle troppe mancate promesse che giorno dopo giorno si attorcigliano su stesse».