di Grazia Candido – “Fermiamo il virus ma non l’economia”. E’ questo lo slogan della manifestazione di protesta contro le chiusure stabilite dall’ultimo Dpcm e nasce proprio per dare voce ai pubblici esercizi e a tutti gli imprenditori che stanno vivendo una crisi drammatica e, purtroppo, lo sarà ancora di più a causa della curva dei contagi che non diminuisce.
Una manifestazione pacifica quella di questa sera, organizzata a Piazza Duomo, da Confesercenti Reggio Calabria con ImprendiSud e Apar (Associazione Provinciale Pasticceri Artigiani Reggini) per rivendicare “il ruolo centrale dei piccoli e piccolissimi imprenditori, vero motore dell’economia metropolitana ma anche, anello debole di un sistema che rischia di collassare su se stesso in maniera devastante” – esordisce il presidente Claudio Aloisio.
In una piazza Duomo affollata dal mondo imprenditoriale, rigorosamente disposto sui bollini posti a terra per mantenere il distanziamento sociale e da un rigore eccellente di tutti i manifestanti che hanno indossato i dispositivi di sicurezza personale, risuona il grido di dolore di tantissime famiglie preoccupate per il loro futuro.
“Questo è un problema che riguarda tutti – afferma il presidente della Confesercenti Claudio Aloisio – Insieme a noi, questa sera si sono uniti il Comitato per lo sport e le Associazione di danza e ringrazio l’Assodanza Italia che ci ha voluto regalare un flash mob suggestivo sulle note del’inno di Mameli. Questa non vuole essere una serata di protesta ma di proposta per avere una interlocuzione costruttiva con le istituzioni nazionali e locali. La nostra proposta è creare un Osservatorio permanente sull’economia reggina per affrontare le emergenze e programmare il futuro di questa città con quelle professionalità che la fanno vivere. Questa non è una manifestazione politica, se non per politica si intende tutelare i diritti dei lavoratori. Noi vogliamo poter lavorare, portare avanti le nostre attività. Noi non siamo il problema ma la soluzione. La movida non è dentro i locali ma nelle strade”.
A sostenere il mondo imprenditoriale, il primo cittadino Giuseppe Falcomatà che ringrazia “il comparto dei ristoratori, i commercianti, gli imprenditori perché Reggio Calabria in un momento così delicato come questo, visto cosa sta succedendo nelle altre città italiane, dove il disagio è sfociato in rabbia, dimostra grande rispetto per sé stessa e per i suoi cittadini. E’ il minimo essere presente qui stasera, come Amministrazione comunale e Città Metropolitana, vogliamo dimostrare che siamo dallo stesso lato della barricata ed è una battaglia che sposiamo in pieno. Dobbiamo combattere con tutte le armi a nostra disposizione – continua il sindaco -. Il Governo deve adottare subito le misure inserite nel Decreto Ristoro, risorse che avevamo chiesto a gran voce sia singolarmente che con l’Anci e che devono arrivare immediatamente perché altrimenti si fa fatica a contenere la rabbia e la delusione di tanti commercianti, imprenditori, società sportive che hanno dovuto mettere in campo, tutti i dispositivi di protezione per riaprire le loro attività spendendo ulteriori risorse oltre quelle che hanno perso durante la chiusura nel lockdown. Si fa fatica a comprendere il Governo che dovrebbe prevedere le risorse e farle pervenire nelle tasche dei cittadini che stanno subendo oggi questa tragedia. Noi faremo in modo che accada. Qui, non c’è nè destra né sinistra, c’è un popolo italiano che aspetta risposte. Insedieremo da subito un tavolo di crisi che si trasformerà in un tavolo di proposta e di sviluppo. La città sta dando gran senso di responsabilità e civiltà, sta dimostrando ancora una volta, di voler bene a sè stessa. E’ una battaglia unica, la vostra battaglia è la nostra”.
Il Presidente dell’Apar Angelo Musolino non ci sta a passare come “la causa dei contagi” e tuona: “Non ci riteniamo untori di questa pandemia, le nostre attività sono sicure e lo abbiamo dimostrato in questi mesi mettendo in sicurezza i nostri esercizi commerciali non solo per noi ma per i nostri clienti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’imprenditore Carmelo Crucitti di Imprendisud che ironizza sulla chiusura dei locali alle ore 18: “Vorrà dire che ceneremo tutti alle 16 e faremo colazione alle 5 del mattino. Questi orari ci danneggiano, praticamente apriamo per perdere soldi”.
“Sono riuscito con altri amici imprenditori a portare in estate la gente sulla via Marina e qualcuno, con foto di repertorio, ha cercato di metterci contro una comunità prendendosela con la movida della notte – continua Crucitti -. Noi abbiamo lavorato bene e in sicurezza a differenza di chi doveva pensare a risolvere i problemi. E invece, se ne è andato in vacanza. Io non ci sto alle scelte di questo Governo che non ci vuole bene. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e il lavoro incrementa l’economica. Fateci lavorare”.
Il giovane Nino D’Amico, rappresentante per la danza, si sofferma sull’unione delle forze per far crescere l’economia locale e ribadisce che “se viene a mancare un settore, chiudono tutti gli altri. Ci stanno portando al collasso e in tutto questo, lo Stato è il vero esecutore del fallimento”.
In conclusione, il rappresentante del Comitato spontaneo dello Sport Renato Raffa condividendo “il dolore e la paura di tanti commercianti”, li sprona a non mollare: “Noi vogliamo collaborare con il Governo, non vogliamo essere messi da parte ma, soprattutto, vogliamo tornare a lavorare serenamente”.