di Grazia Candido – Un figlio è un dono benedetto, è vita, è amore, è ossigeno puro e quando ti viene strappato via, così improvvisamente, non è facile raccogliere pensieri per spiegare ciò che devasta l’anima, ciò che quotidianamente bussa e tormenta il cuore, la mente.
Ogni 5 del mese, oggi sono nove lunghi mesi dalla strage di Quargnento ad Alessandria dove persero la vita i giovani vigili del fuoco Antonino Candido, Matteo Gastaldi e Marco Triches, mamma Marina affida il suo dolore ricordando quel figlio prematuramente scomparso e lo fa con una dolcezza straziante che solo una madre può avere per la sua prole, parole che disarmano chi legge ma che tengono vivo il ricordo di chi è riuscito in questa breve esistenza a fare del bene, di chi ha protetto e che continuerà a farlo anche da lassù la sua famiglia.
Ogni frase della mamma di Nino, marchia quel dolore cosi grande, ingiustificato, inaccettabile e sembra che nulla più abbia senso. In questa lettera d’amore per il suo “bambino”, mamma Marina non lo sa ma dimostra il suo grande coraggio e la forza di comunicare il dolore e la sofferenza privi di rimedio, per chi abbia vissuto la maternità.
“Nove mesi oggi. Questo è il tempo che una madre deve attendere prima di partorire il proprio figlio…. ma tu ancora non arrivavi ed allora sono venuta io a cercarti nei posti che, fino a un po’ di tempo fa, sono stati tuoi. In quella caserma che tanto amavi, tra i tuoi colleghi, nei cui cuori hai lasciato un segno indelebile. E tu eri lì!
Tra i tuoi amici, che non potranno mai dimenticare la tua allegria, la tua voglia di vivere ed il tuo grande cuore….E tu eri lì! – scrive Marina Ielo Candido – Nella casa in cui hai vissuto, in quell’angolo di giardino che avevi trasformato in un piccolo Eden, da dove sentivo provenire ancora le tue dolci note, suonate con la chitarra e le canzoni che spesso fischiettavi. Negli occhi pieni di lacrime e nel cuore di Donata e Ferruccio, (la coppia del piano sottostantein cui hai lasciato un grande vuoto, come se avessero perso un figlio loro. Ogni angolo di quella villetta parla ancora di te e tanti sono gli oggetti rimasti in tuo ricordo….E tu eri lì!
Tra la gente di Alessandria, che ti ha conosciuto, il tuo sorriso è stampato nelle loro menti e la tua solarità è un ricordo vivo, che scalda i cuori anche nelle fredde giornate d’inverno…. E tu eri lì!
Perfino a Quargnento, tra le macerie di quella cascina devastata dall’esplosione, il posto in cui hai mosso i tuoi ultimi passi, dove hai pronunciato le tue ultime parole, vissuto le tue ultime emozioni ed i tuoi ultimi pensieri…..Tu, più che in ogni altro luogo…Tu eri lì a tenermi per mano tra le macerie della nostra vita. Nove mesi per mettere alla luce un figlio, per poi restituirlo a quella stessa luce che ce ne ha fatto dono. Ti amo vita mia”.
Alla ricerca delle parole perfette, dopo aver letto queste righe, comprendiamo di non essere in grado di relazionarci davvero con il dolore profondo di questa dolce mamma nè di poter cambiare la sua vita. Una cosa però possiamo farla per questa donna coraggiosa che, nel pieno contesto del lutto, con le sue lettere d’amore per il figlio affonda profondamente nei nostri cuori: sei sempre una mamma, sei la mamma di Nino ed Ilaria e continuerai ad esserlo per tutta la vita ed in quel legame più semplice e significativo della maternità, troverai la gioia per aver avuto due doni preziosi e un amore “folle” che nessuna esplosione, nessuon uomo cattivo ti potrà mai togliere.