Dal sito di Interno Poesia: Riproduzioni in scala è il libro d’esordio del reggino Demetrio Marra, 88 pagine in poesia, dense e amare, ironiche e di condanna.Un sentimento del doppio percorre le pagine del libro, di disincanto e consapevolezza, in cui immagini e proiezioni, la genealogia familiare e i riferimenti letterari, sono ricavati con uno stile volto a catturare fin dalla prima lettura. Meridione e settentrione, Reggio Calabria e Pavia, diventano metafore, paradossi e condizioni esistenziali di una bellezza straniante, che ammalia e si fa alienante, appare ricca e mostra la sua nuda realtà.
Nel libro, su tutti i testi, un lungo poemetto (La vita a Kansas City) dedicato a Reggio Calabria, la “San Francisco” d’Italia: Marra, con ironia, descrive la città nelle sue contraddizioni, dal Lungomare al Tepisroulant.
Riproduzioni in scala, edito da INTERNO POESIA, con prefazione di Flavio Santi, è già in prevendita online al link
Dal 7 novembre uscirà nelle librerie di tutta la penisola. La pubblicazione sarà accompagnata da un tour di presentazione: Pavia, Milano, Roma, Padova, Pisa. A Reggio Calabria è prevista una presentazione durante le festività natalizie.
Biobibliografia: Demetrio Marra classe 1995, di Reggio Calabria, città dove vive fino alla maturità scientifica. Nel 2014 si iscrive a Lettere Moderne all’Università di Pavia, divenendo alunno dell’Almo Collegio Borromeo. Nel 2017 si laurea con una tesi sulle Rime d’amore di Torquato Tasso. È laureando in Filologia moderna all’Università di Pavia, con un progetto di tesi su Luciano Bianciardi. È stato all’interno del direttivo editoriale di Inchiostro. È vice-direttore di Birdmen, rivista di Cinema, Serie e Teatro. Ha pubblicato nel luglio 2018 una silloge di poesie per il n. 90 di «Atelier», con prefazione di Andrea De Alberti. L’antologia Poeti nati negli anni ’80 e ’90 (Interno Poesia, 2019) a cura di Giulia Martini, ha ospitato tre suoi testi con prefazione di Riccardo Donati. Su «La Clessidra», a. XIII, n. 1-2, ha pubblicato il poemetto Tutto sopra le calabresi cose. Sue poesie inedite sono comparse su Poetarum Silva, Yawp. Collabora con la Treccani, per cui ha già pubblicato articoli nella sezione “Lingua Italiana”.
Di seguito, due testi e un estratto da La vita a Kansas City in anteprima:
I
Allo specchio delle tre lampadine dell’anticamera
da bagno come nei pub sistemo il colletto
indosso per il part-time che ci vuole decoro ma
vorrei denudarmi e correre come un toro
impazzito, con fare tracotante nel cortile
di una casa vecchia, con inquilini del comitato
no-movida di Pavia, o di un Liceo classico
o nel campetto sistemato di una chiesa, nel cortile
dell’Università, sciogliere con potentissimo
acido i mantelli alle statue, strappando
i manifesti, imbrattando le lapidi, lasciando
in un angolo i miei parametri e chiamare rivoluzione ma ho
l’influenza, troppo debole – un tachifludec
al limone ma fa schifo, vorrei sputarlo
e inondare la città, guarire alla piazza
il raffreddore lasciando fuori l’aristocrazia
che non si bagna i piedi negli attici, sui balconi
a salutarci come formichine o formichieri, una funzione
vale l’altra purché se la cantino e se la suonino,
nei locali, ci facciano dormire, pagare le tasse
e non pagarle, avviare i negozi e chiuderli,
riciclare, gonfiare i costi, aprire catene
di ristoranti col menù ridotto studenti, incluso caffè
*
Intercity
È una storia che tutti conoscono,
una ferraglia che traversa erba,
campetti di calcio una laguna
artificiale e una mia complicità,
trasparente sul vetro, mi imita. Cosa
di vero cerchi qui dentro, nelle mani
affumicate dell’uomo di fronte, nei suoi
gadget in pelle, neri i capelli, nel cursore
sul computer, o nelle due ispaniche
finalmente mute, bionde, il ragazzo
che legge e presto smette, guarda un film.
E invece, roche in lontananza voci
che in pochi secondi sostituisco.
È che qualcosa sta trascinando immobili
bestie sul tapis roulant – e dal tramonto
è più netto il raddoppio. Sull’S13
col fischio ininterrotto e luci di periferia
– lampioni o candele, da quale
tempo se almeno un altro treno
ci separa, identico e il complice
indossa calze amaranto, uguali alle mie.
Sullo schermo Locate Triulzi
in una qualche sequenza, e tanto basta;
Certosa. Poi Pavia, fine corsa
del treno, dal sedile mentre tengo
la porta a ventola lo riconosco.
*
La vita a Kansas City
In un’ora e mezza con l’aereo
a San Francisco. Oltre la linea
omerica di Scilla e Cariddi l’atterraggio
al Tito Minniti. Tutt’attorno senza
lampioni i campi di calcio.
L’edilizia si aggrappa sulla
gola, ma in fondo da Gambarie
non è così male. Lo schermo dei
terrazzamenti divide la periferia
dalla civiltà precoloniale.
Dalle strade ci sono
stati più terremoti che ricostruzioni. Montale
non ha visto i veri sciacalli
di Modena, le lanterne nel 1908
cadute in terra hanno bruciato tutto.
I primi a soccorrere furono i russi
e gli inglesi.
Fucilarono i carcerati
tra le rovine.