Riceviamo e pubblichiamo –
Caro Direttore
Spero che leggendo questa lettera decida di pubblicarla perché grande è il riconoscimento che voglio esternare pubblicamente per il personale medico dell’azienda ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli.
Domenica sera scorsa abbiamo accompagnato al pronto soccorso mio padre per un sospetto dolore addominale oltre a eccessiva sudorazione e pelle chiazzata, il tutto accompagnato da tachicardia e ipotensione.
Nel giro di qualche minuto dopo l’arrivo, il quadro clinico è degenerato in crisi respiratoria, rossore e gonfiore di tutto il corpo e bassissima saturazione del sangue. Ha rischiato la vita per avere mangiato a cena del pesce “fresco” comprato in pescheria il giorno prima!!!
Fortunatamente posso raccontare l’accaduto con serenità grazie alla professionalità e al tempestivo intervento del personale medico che lo ha preso in cura. Se fossimo arrivati in ospedale 7 minuti più tardi non cela avrebbe fatta idem se i medici avessero sottovalutato la gravità della situazione. In breve, dopo le cure del PS, mio padre è finito in terapia intensiva con il rischio di dovere entrare in dialisi o addirittura di non arrivare a lunedì mattina…
Insomma è rinato quella notte ed il merito è degli “angeli” del Riuniti che hanno lottato insieme a lui per salvargli la vita. È d’obbligo da parte mia riconoscere il merito di chi con tanto impegno e sacrificio si prodiga per salvare il prossimo e svolge un lavoro esemplare in grado di cambiare il corso delle cose.
Un grazie particolare per il superamento della fase acuta va al Dott. Vincenzo Panuccio dell’UO di Nefrologia, Dialisi e Trapianto ed al suo intervento provvidenziale, alla Dott.ssa C. Romano della UOC di Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Emergenza ed al Dott. Demetrio Labate della UOC di Terapia intensiva e anestesia.
Caro Direttore
Spero che leggendo questa lettera decida di pubblicarla perché grande è il riconoscimento che voglio esternare pubblicamente per il personale medico dell’azienda ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli.
Domenica sera scorsa abbiamo accompagnato al pronto soccorso mio padre per un sospetto dolore addominale oltre a eccessiva sudorazione e pelle chiazzata, il tutto accompagnato da tachicardia e ipotensione.
Nel giro di qualche minuto dopo l’arrivo, il quadro clinico è degenerato in crisi respiratoria, rossore e gonfiore di tutto il corpo e bassissima saturazione del sangue. Ha rischiato la vita per avere mangiato a cena del pesce “fresco” comprato in pescheria il giorno prima!!!
Fortunatamente posso raccontare l’accaduto con serenità grazie alla professionalità e al tempestivo intervento del personale medico che lo ha preso in cura. Se fossimo arrivati in ospedale 7 minuti più tardi non cela avrebbe fatta idem se i medici avessero sottovalutato la gravità della situazione. In breve, dopo le cure del PS, mio padre è finito in terapia intensiva con il rischio di dovere entrare in dialisi o addirittura di non arrivare a lunedì mattina…
Insomma è rinato quella notte ed il merito è degli “angeli” del Riuniti che hanno lottato insieme a lui per salvargli la vita. È d’obbligo da parte mia riconoscere il merito di chi con tanto impegno e sacrificio si prodiga per salvare il prossimo e svolge un lavoro esemplare in grado di cambiare il corso delle cose.
Un grazie particolare per il superamento della fase acuta va al Dott. Vincenzo Panuccio dell’UO di Nefrologia, Dialisi e Trapianto ed al suo intervento provvidenziale, alla Dott.ssa C. Romano della UOC di Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Emergenza ed al Dott. Demetrio Labate della UOC di Terapia intensiva e anestesia.
Un altro sentito ringraziamento va al reparto di Medicina generale del Morelli ed in particolare al Dott. Francesco Lione per la scrupolosità, l’assistenza e l’attenzione prestata durante tutta questa settimana nella cura dell’infezione rimasta in circolo negli organi interni e nel sangue e nel monitoraggio dello stato di salute in generale.
Concludo confermando che la buona sanità è fatta dagli uomini prima che dai mezzi e quando ci si imbatte in persone “speciali” (perché con le loro azioni rendono la nostra città un posto migliore in cui vivere) bisogna gridarlo a voce alta e lasciarne traccia.
Con stima,
Dott.ssa Carmen Santagati