di Grazia Candido – La sua voce è smorzata dalla commozione e dalla rabbia ma cerca di trattenersi, di rimanere forte per i suoi dipendenti, per i suoi pazienti, per i suoi principi, per la sua onestà. Eduardo Lamberti Castronuovo, forse oggi, avrebbe meritato di più, avrebbe meritato il sostegno di tutta la città, delle istituzioni, tutte, perché la salute non ha colore politico.
Il suo istituto “De Blasi” da questa mattina è chiuso e sono state avviate le lettere di licenziamento per 100 professionisti che protestano accanto al loro datore di lavoro. Per non dare “fastidio” come è suo modo fare, il dottor Lamberti chiama a raccolta la sua Reggio, un po’ sorda veramente, nel parcheggio antistante l’istituto clinico e si sfoga, chiede aiuto ma non per se stesso per i suoi lavoratori, per i suoi cittadini, per quella struttura che vanta professionalità eccellenti che ci invidia tutta Italia ma anche macchinari all’avanguardia.
“Sono pronto a riaprire l’istituto subito, anche il giorno di Natale voglio aprire e io sono pronto a lavorare gratuitamente ma i miei dipendenti hanno bisogno degli stipendi – tuona Lamberti – Non abbiamo più le risorse, non ci pagano da 2 anni tenendoci sotto scacco e costringendoci a firmare. Noi abbiamo le spalle forti e sino ad oggi, le banche ci hanno sostenuto ma adesso, non ci aiuteranno più perché questo signore respinge anche le fatture. Adiremo il Consiglio di Stato sperando che sia corretto e giusto. Non vogliamo nessun favore ma vogliamo che siano valutati i documenti, documenti veri. Abbiamo denunciato i direttori generali e l’ingegnere Scura per falso”.
Il dottore Lamberti fa un passo indietro ed inizia a raccontare “le spiacevoli vicissitudini accadute in questi anni sino ad arrivare alla sentenza del Tar n° 02140/2018 pubblicata il 18 dicembre 2018 che fa in modo che non ci venga riconosciuto almeno in questa sede, il lavoro svolto negli anni 2017 e 2018”.
“La parola inizio è molto lontana nel tempo perché la sanità privata è stata sempre posta all’indice e non si sa il perché. Noi siamo dei professionisti che abbiamo messo a disposizione della gente un servizio qualificato: la gente ci sceglie, sceglie di venire da noi perché ci sono 9 punti di accettazioni, 12 medici che fanno i prelievi e dopo 10 minuti, il paziente esce e non ha perso una giornata di lavoro. Se va nelle strutture pubbliche che non sono deputate a questo, anche lì ci sono medici e professionisti bravissimi, non facciamo una battaglia a nessuno, ovviamente entra alle 7 del mattino ed esce alle 14 per fare un prelievo che da noi fa in 10 minuti. Arriva un commissario ad acta che decide di tagliare retroattivamente il nostro lavoro cioè ci dice che se vogliamo lavorare con loro, dobbiamo firmare un contratto dove rinunciamo dal 50 al 70 per cento di ciò che abbiamo fatto. E’ come se un insegnante lavora 7 giorni e a fine mese, invece di dargli le giuste spettanze tipo 1000 euro ne percepisce la metà. Questo è inaccettabile”.
Il dottore Lamberti Castronuovo non ha peli sulla lingua e continua a raccontare la verità dei fatti a quella platea incredula nel sentire ciò che il professionista definisce “cose assurde e false”.
“Abbiamo adito il Tribunale amministrativo che, in una maniera assurda, ha dichiarato ragione alla parte pubblica e quindi, al commissario ad acta ingegnere Massimo Scura che sostiene che noi della struttura privata abbiamo fatto più di quello che fa il pubblico: abbiamo fatto il 340% in più degli anni precedenti. Questa è un’affermazione assolutamente falsa e per suffragare la tesi, Scura dopo che il Tar ci aveva dato ragione, ha chiesto ai 5 direttori generali di rilasciare dichiarazioni scritte e vi posso assicurare che queste sono false ma anche incoerenti. Il Tribunale dice, in particolare, che sono state elencate le seguenti misure che avrebbero incrementato il lavoro del pubblico: ospedale di Catanzaro assunzione del personale, estensione degli orari consegna dei referti, ampliamento degli spazi dedicati alle prescrizioni ambulatoriali ma non dicono quanti esami hanno fatto quando c’è l’obbligo di mandare al Ministero dei report – postilla il dottor Lamberti – L’ospedale di Reggio dichiara di aver fatto investimenti per l’acquisto di strutture e apparecchiature ma questo vuol dire che li farà questi investimenti no che li ha fatti quindi, come si fa ad assurgere a prova tali dichiarazioni? Se dobbiamo sottostare a ciò, allora è finita la Repubblica, è finito il diritto e non c’è alcuna possibilità di uscire. Ci siamo fatti la fama di essere ‘ndranghetisti e mafiosi ma noi non siamo né ‘ndrnaghetisti né mafiosi. Siamo stufi di sentircelo dire, siamo il fior fiore dei professionisti e se entrate nella mia struttura, troverete macchinari che neanche a Roma e a Milano hanno. Il Commissario Cotticelli e il sub commissario alla sanità potrebbero revocare questi decreti assurdi e darci la tranquillità per sederci ad un tavolo e ragionare con i numeri veri. Se non ci rimborsano le spese che abbiamo affrontato come facciamo a pagare gli stipendi? Il Prefetto per esempio, potrebbe precettarci. Perché non lo fa? Perché non si occupa anche di questo visto che è il responsabile della massima occupazione? Ci precetti e con il precetto del prefetto noi apriamo domani”.
Tra la gente si scorge il sindacalista Nuccio Azzarà, i consiglieri comunali Pasquale Imbalzano, Massimo Ripepi, Lucio Dattola, Filippo Bova, gli ex sindaci Demetrio Arena e Giuseppe Raffa, l’ex assessore regionale Candeloro Imbalzano, il sindaco di Roghudi Pierpalo Zavettieri, don Antonello Foderaro, il presidente della Camera di Commercio Ninni Tramontana, il presidente di Confindustria Giuseppe Nucera, il presidente della Confesercenti Claudio Aloisio, Paola Lemma dell’Udc, Franco Germanò di Mns, i ragazzi di Stanza 101, i sindaci di Villa San Giovanni Giovanni Siclari e di Motta San Giovanni Giovanni Verduci, il consigliere regionale Giuseppe Pedà. A fine manifestazione arriva anche il sindaco Giuseppe Falcomatà.
“Ho sentito il commissario Cotticelli che ha dato la sua totale disponibilità, tra Natale e Capodanno ci vedremo, e ho evidenziato che il suo predecessore Scura, assolutamente inadeguato al ruolo, un mitomane pazzo che ha creato un danno enorme alla sanità calabrese, ha messo in campo misure illegittime – afferma il deputato alla Camera Francesco Cannizzaro – Useremo qualsiasi mezzo giuridico per aggredirle. Questo è un problema che non riguarda solo l’istituto De Blasi ma tutti gli istituti privati calabresi. Oggi, siamo qui non per portare solidarietà al dottor Lamberti ma sostegno perché è una battaglia di civiltà per la sua azienda, per i suoi lavoratori, per la città. Strutture private d’eccellenza come quella del dottor Lamberti hanno in questi anni sopperito alle mancanze del settore pubblico. Le passerelle non servono, servono azioni concrete e la prima è l’incontro con il neo commissario alla sanità. Scura è un uomo presuntuoso, arrogante, che non conosce il comparto sanitario e il territorio calabrese del quale sa solo il nome”.
Anche l’ex assessore comunale Franco Germanò, coordinatore cittadino di Mns loda il lavoro svolto in questi anni dai “preziosi professionisti dell’istituto De Blasi, ai quali staremo accanto perchè un’eccellenza della nostra città non può chiudere. Non possiamo perdere un polo sanitario come questo. Bisogna fermare chi sta danneggiando Reggio, chi la sta uccidendo pian piano, togliendole ora anche un prezioso baluardo sanitario come l’istituto De Blasi”.
E mentre il dottor Lamberti Castronuovo si allontana dalla sua “creatura”, si sente la fievole voce di una anziana donna che da un balcone urla: “dottore, la prego non molli”.