di Grazia Candido – A volte basta avere un sistema di monitoraggio a monte che funzioni da “semaforo rosso” per evitare tragedie naturali che mettono in ginocchio comunità ancora oggi, segnate da violente alluvioni o frane. A sostenerlo è il presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria Alfonso Aliperta secondo il quale, invece, “per quanto riguarda i terremoti il discorso è diametralmente opposto in quanto si può ipotizzare dove avverranno ma non quando e con quale intensità”.
Sulla geologia e sulla sismologia abbiamo ancora tanto da scoprire ma è davvero possibile prevenire il terremoto, una piena di un torrente, un maremoto, un alluvione come quello verificatosi a Catanzaro.
“La sismologia non è una scienza né esatta né matematica ma dagli studi fatti, conosciamo le aree del nostro Paese che sono a maggiore criticità sismica e quelle tranquille. Sicuramente, alcune tragedie si potevano evitare informando la popolazione sui corretti comportamenti da tenere e costruendo (o risanando l’edificato esistente) secondo tecniche antisimiche. La Calabria e parte della Sicilia, sono terre con una morfologia particolare e, sapendo dove si trovano le faglie e sulla base di studi approfonditi, è possibile prevedere dove avverrà il prossimo terremoto e, grossomodo di quale range di magnitudo sarà ma non possiamo stabilire quando ci sarà e quale intensità avrà. Discorso diverso per quanto riguarda il rischio idraulico o quello tsunami. Entrambi sono gli effetti di un evento scatenante: piogge intense nel primo caso, un terremoto di elevatissima intensità nel secondo. Sistemi di monitoraggio e di allertamento in questi casi sono possibili, così come è importante informare la popolazione su quelle che sono le varie aree a rischio e quelle sicure. Per quanto riguarda i tragici eventi alluvionali dei giorni scorsi, occorre evidenziare che, ad oggi, siamo sprovvisti di sistemi di monitoraggio che consentano di coprire integralmente la nostra Regione, permettendo a chi di competenza di stabilire in tempo reale il superamento di determinati livelli di soglia pluviometrica. Inoltre, manca il “controllo a terra””.
ll continuo susseguirsi di scosse più o meno intense nella nostra Regione cosa significa?
“L’intera dorsale appenninica è caratterizzata da una continua sismicità, a variabile intensità, perché la penisola italiana si trova nel mezzo del Mediterraneo dove non c’è solo lo scontro tra due placche, quella euroasiatica e quella africana, ma ci sono una serie di micro placche che danno luogo a questi processi naturali molto lenti. Le ultime sequenze sismiche si sono sviluppate in corrispondenza di sistemi di faglia che erano state silenti per un periodo piuttosto lungo”.
Perchè in Italia è sempre mancata la cultura del rischio nonostante la nostra penisola storicamente è sempre stata interessata da disastri naturali?
“Perché abbiamo la memoria corta, siamo fatalisti come popolo, preferiamo i santoni alla tecnica ed alla scienza. Ma la scienza è importante, a volte fondamentale e di grande aiuto a prevenire. E’ importante costruire bene, ma anche dove farlo. Spesso lo si è fatto dove conveniva, ma non dove si doveva. Anche gli ultimi terremoti in Giappone ed Indonesia, hanno evidenziato che molte vittime sono state causate da fenomeni associati al terremoto (cosismici) quali le frane indotte dal terremoto oppure la liquefazione dei terreni; per questo è importante tenere sempre nella giusta considerazione le caratteristiche geologiche del sito in cui si costruisce, ricordando che a seconda del tipo di terreni che costituiscono il sottosuolo, gli effetti di un terremoto possono essere amplificati o attenuati. Stesso discorso vale per il dissesto geo-idrologico, agevolato da una mancata manutenzione del nostro territorio, ormai completamente abbandonato a se stesso. Spesso interventi semplici, quali la pulizia di una cunetta, piuttosto che di un fosso, impediscono che, al successivo evento meteo, possano attivarsi frane o alluvioni, ma per fare ciò è necessario avere del personale qualificato “a terra” che conosca e monitori continuamente il territorio, segnalando le criticità e consentendo una seria programmazione degli interventi. Da tempo, l’Ordine dei Geologi della Calabria evidenzia la necessità di istituire dei “Presidi Idrogeologici Permanenti”, costituiti da geologi ed ingegneri idraulici, proprio con questa finalità, ma ad oggi tali richieste sono rimaste inascoltate”.
Ai bambini che sono il nostro futuro, come possiamo spiegare il terremoto?
“E’ molto importante far capire che in caso di terremoto occorre tenere un certo comportamento: regole semplici ma basilari. Per il mese di novembre, il Consiglio Nazionale dei Geologi ha organizzato un progetto chiamato “La Terra vista da un professionista: a scuola con il Geologo” cui l’Ordine dei Geologi della Calabria ha aderito per spiegare agli studenti i rischi del terremoto, delle frane, degli alluvioni e oltre a sensibilizzare, insegneremo i comportamenti utili in caso di necessità senza vivere nel terrore. Certo, secondo l’inchiesta di Cittadinanza attiva oltre il 90% delle nostre scuole non è a norma sismica” ma la Regione, i Comuni e le Province stanno investendo per recuperare il tempo perduto, anche se ci vorranno anni. Ci sono vulnerabilità ben note, collegate in gran parte a carenze costruttive originarie ma anche a scarsa manutenzione ed alla trasformazione degli edifici nell’arco del tempo, oltre che alla carenza della conoscenza del sottosuolo, ma mi auguro che gli organi preposti velocizzeranno i percorsi per il rafforzamento della protezione antisismica”.