di Domenico Grillone (foto di Marco Costantino) – Hanno cercato di infangarlo in tutti i modi paventando frodi, tresche e ‘creste’ sulla gestione delle risorse destinate al progetto Riace. Ma è lo stesso sindaco Mimmo Lucano, affiancato da padre Giovanni Ladiana nel corso dell’incontro promosso dal movimento Reggio non Tace e svoltosi nel cortile della chiesa degli Ottimati, a comunicare la buona notizia. E dopo l’esibizione dell’Orchestra giovanile dello Stretto annuncia.
“Il dispositivo arrivato ieri dalla prefettura dimostra la correttezza dell’operato del Comune, anche dal punto di vista formale. Adesso finalmente qualcuno del ministero si è accorto che avevamo ragione, suggerendo anche la necessità di esaminare la rendicontazione dell’anno scorso precedente perché abbiamo diritto alla restituzione delle risorse che non abbiamo mai ricevuto”. Una bella soddisfazione, arrivata da quel Ministero “lontano anni luce dalle finalità del progetto Riace”. Lui continua a scansare, per quanto gli è possibile, luci e microfoni, palchi e passerelle perché è evidente che non si trova a suo agio nei panni della rock star, per giunta comunista, di turno. Addirittura si dispiace della colletta spontanea, in pochissimi giorni sono stati raccolti più di un centinaio di migliaia di euro, per supportare la continuazione di questo incredibile progetto che guarda all’integrazione ed alla solidarietà tra gli uomini, un concetto di questi tempi considerato probabilmente sovversivo, rivoluzionario. Nel ringraziare per la disponibilità e la sensibilità di tutti quelli che hanno messo mani al portafoglio per supportare il progetto Riace dopo che lo Stato pareva volesse girarsi dall’altra parte nonostante l’impegno assunto, Lucano annuncia la risoluzione del caso. “Ci hanno fatto penare, e non lo dico sul piano personale ma verso la comunità d’accoglienza nella parte alta di Riace, formata da circa seicento riacesi e trecento immigrati, che non sono autosufficienti e dipendono dai contributi dello Stato che da due anni non arrivano. E tutto questo produce dei disagi notevoli: basti solo pensare alla nascita di almeno venti bambini nell’ultimo anno di Sprar”. E qui il sindaco di Riace pone l’accento su quei famosi bonus, messi sotto inchiesta, “uno degli elementi centrali delle contraddizioni”, e si chiede: “Perché per sei anni il sistema di rendicontazione non ha obiettato nulla su una iniziativa nata a causa di una criticità, il latte per i neonati o il cibo per gli ospiti di Riace, e poi improvvisamente non va più bene?”. Poi Mimmo Lucano torna a ringraziare la generosità di tutti coloro che hanno contribuito alla colletta spontanea. “Non immaginavo davvero tanta generosità, mi mette a disagio. Ma ripeto, non serve più perché dalle informazioni che ci sono arrivate pare che tutto si stia risolvendo”. I contributi dello Stato, ricorda il sindaco di Riace, “hanno messo in moto, stimolato l’economia, hanno contribuito alla creazione di posti di lavoro, per esempio la gestione dell’asilo nido, e diverse altre occasioni. In ogni caso, tutto questo che sta avvenendo è davvero straordinario”. Nel raccontare la storia del progetto, Lucano parla delle barbarie in atto, di una sorta di “disumanizzazione della politica”, ed ecco che la solidarietà dimostrata verso la comunità di Riace acquista ancor più significato. “Sono convinto che dietro all’idea di Riace, c’è probabilmente un sogno, legato ad una utopia sociale, politica. E solo chi condivide queste forme di altruismo, ma anche di indignazione rispetto alle ingiustizie, perché non dimentichiamo che l’immigrazione e l’accoglienza sono il prodotto palese delle ingiustizie globali, che può cambiare qualcosa”. A Riace – continua Lucano – ci siamo ritrovati a condividere un sogno ed il riscatto delle persone più deboli, dei nuovi proletari. Si tratta di sensibilità comuni, siamo della sinistra, E la crisi che stiamo vivendo è quella che riguarda i rapporti umani. Abbiamo sempre un sospetto, anche nell’incontrare qualcuno. Ma che senso ha la vita in questo modo? Ecco, a Riace abbiamo reso permeabili i confini, per una comunità non completamente contaminata dalle modernità, dalla società consumistica che annulla i valori umani”. Una storia, quella di Riace, che ha ispirato registi internazionali di fama, musicisti scrittori, perfino personalità dell’estremo oriente. “Si – spiega Lucano – perché la storia trasmette un messaggio di solidarietà al mondo intero, quello stesso mondo che sta perdendo la dimensione umana, ed in una Europa che alza sempre muri più alti, insomma la deriva dell’umanità. Riace è il contrario di tutto questo, si percepisce subito la dimensione di libertà e pace nel paese, ed è la prova che in un contesto limite non è vero il teorema che vuole che attorno all’accoglienza o l’immigrazione tutto è negativo o si traduce in business. La verità è che ci troviamo in un momento di regressione delle coscienze, ed è per questo che io dico che siamo obbligati a resistere”.