del “Gesù storico”, ben diverso dal “Gesù della fede”. Un volume che giunge al culmine di 15 anni di lavoro e dopo una prima pubblicazione in materia avvenuta nel 2007.
Ricostruire la “verità”, ossia estrarre chirurgicamente la figura storica nascosta sotto il rivestimento redazionale e mitologico dei Vangeli, è opera difficile ma ancora possibile: secondo l’autore, «bisogna solo averne la volontà». In un’offerta letteraria che abbonda di notizie inattendibili spacciate per “sensazionali verità storiche” a un pubblico privo di strumenti per vagliare ciò che legge (per esempio la bufala del “Priorato di Sion” o il recente filone sul
fantomatico “Giovanni di Gamala”), quello di Luigi Manglaviti è il viaggio ragionato — e intellettualmente onesto — di un “profano” nel sacro recinto degli studiosi e degli storiografi, migliaia di persone serie e autorevoli che lavorano per stabilire cosa realmente accadde
nella vita di “Yeshua” e che hanno studiato le fonti antiche all’origine su papiri e manoscritti. Un immenso patrimonio di singole conoscenze che non viene mai riunito in un unico quadro storico che possa dirsi “definitivo” — ossia l’obiettivo che il presente volume si prefigge. E raggiunge.
«Meglio che muoia un solo uomo… e non perisca la nazione intera» (Gv 11.50): questo breve concetto condensa meglio di qualunque altro passo del Nuovo Testamento gli eventi di Gerusalemme a metà Anni Trenta del I Secolo. Il protagonista dei Vangeli subì una fine drammatica: bisogna interrogarsi su quali parole e azioni di Gesù possano spiegare il suo processo e la sua crocifissione come «re dei giudei» e criminale. Anche se è legittimo non concordare con quelli che lo interpretano integralmente come un violento caporione o sobillatore politico, gli studiosi che preferiscono un Gesù rivoluzionario hanno dei buoni motivi. Il Gesù “storico” minacciò, disturbò e irritò la gente, dai dottori della legge mosaica all’aristocrazia sacerdotale, fino al prefetto romano che alla fine lo processò e lo crocifisse.
Quest’enfasi sulla fine violenta di Yeshua non è un’ottica imposta alla documentazione della teologia cristiana, bensì uno dei fatti più sorprendenti sui quali già l’antichità si interrogò piena di dubbi: ed è il fulcro per arrivare a dipanare il millenario enigma.
Ecco dunque la figura di Gesù liberata dalla coltre teologica. Con un’esposizione finalmente chiara ed esaustiva sui principali campi di ricerca extra-biblici: Zeloti, Sicari, Maccabei, Biblioteca di Nag Hammadi, Rotoli di Qumran, Gnosticismo, Vangeli Apocrifi, Esseni ed Essenismo, scritti di Flavio Giuseppe, Talmud, Toledoth e letteratura rabbinica, Celso, Marcione, Tacito, Egesippo, Giustino. Le vidende dei vari Teuda, Giuda Galileo, Menahem, Eleazar Masadeo passate al setaccio. La soluzione alle annose questioni di Barabba, di Ha-Notzri, di Apollonio di Tiana, del Mitraismo, dei Boanerges/Barjonîm, senza dimenticare le incongruenze fra Saulo di Tarso e Atti degli Apostoli.Il tour è ricco. E davvero completo.
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