Chiesto il rinvio a giudizio di quattro boss messinesi accusati di essere stati, 16 anni fa, i mandanti dell’omicidio di Vittorio Cunsolo, il “geometra” del clan del rione Gravitelli ucciso con 4 colpi di pistola calibro 7.65 in Via Napoli il 28 agosto ’92. A dover valutare la richiesta del sostituto procuratore della Dda, Giuseppe Verzera, sara’ ora il Gip di Messina Alfredo Sicuro. Si tratta dei boss pentiti Luigi Sparacio e Mario Marchese e degli affiliati all’allora clan di quest’ultimo, Luigi Leardo e Giuseppe Mule’. Per questi ultimi due imputati il Gip Antonino Genovese prima e poi il Tribunale della liberta’ e la Cassazione avevano rigettato la richiesta di misura cautelare in quanto dopo tanti anni gli arresti erano ritenuti non piu’ necessari. Per quel delitto sono gia’ stati condannati con sentenza defintiva gli esecutori materiali del delitto: a 24 anni il killer Nino De Luca (poi morto di Aids il 9 ottobre 2003) e a 14 anni, grazie al rito abbreviato, il complice Pietro Mazzitello che quel giorno guidava la moto. La riapertura dell’inchiesta, quattro anni fa, era stata resa possibile da nuove dichiarazioni dei boss-pentiti Sparacio e Marchese. Cunsolo, braccio destro del boss Giorgio Mancuso, fu una delle vittime della guerra di mafia scatenata proprio dai clan Sparacio-Marchese contro il boss di Gravitelli dopo l’uccisione del capo storico della mafia messinese, Domenico Di Blasi. Marchese in particolare ha raccontato di una riunione con l’allora latitante Sparacio durante la quale venne deciso di uccidere tutti gli esponenti del clan avversario. Ad incastrare De Luca e Mazzitello ci aveva gia’ pensato il collaboratore di giustizia, Marcello Arnone, che aveva ricevuto in carcere la confessione del killer. De Luca venne condannato a 24 grado in primo grado, all’ergastolo in secondo grado e, dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione, nuovamente a 24 anni dalla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria. (AGI)