La Città di Cosenza sta lavorando ad un programma di iniziative da realizzare in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, tendenti a mettere in luce il ruolo della città nella vicenda risorgimentale.
Lo ha comunicato il Sindaco Salvatore Perugini al Prefetto Antonio Reppucci, rispondendo alla lettera di quest’ultimo finalizzata ad una attività ricognitiva dei siti e dei monumenti significativi della storia risorgimentale per concertare, in sede di Conferenza Provinciale Permanente, le iniziative più idonee ad effettuare adeguati interventi di valorizzazione di questi “luoghi della memoria”, nel quadro del piano delle manifestazioni a carattere spiccatamente storico e culturale che il Governo porrà al centro delle celebrazioni per il 150° dell’Unità.
«Cosenza – è scritto nella lettera del Sindaco – può definirsi a pieno titolo come città protagonista del Risorgimento italiano. Fu, infatti, la città calabrese che più fortemente partecipò ai moti di liberazione nazionale sin dal 1799, quando aderì, pagando anche un consistente tributo di vite umane, alla sfortunata esperienza della repubblica partenopea, spazzata via dalla reazione borbonica e sanfedista nel giro di pochi mesi.
Fu, inoltre – prosegue il Sindaco nella sua comunicazione al Prefetto –, a partire dal regno di Gioacchino Murat, città carbonara per eccellenza, con la partecipazione di numerosi suoi cittadini a moti insurrezionali, culminati il 15 marzo 1844 con il tentativo di impadronirsi del Palazzo dell’Intendenza, finito con condanne e fucilazioni.
A Cosenza si svolse il tragico epilogo della spedizione dei fratelli Bandiera, partiti da Corfù proprio per dare sostegno al moto cosentino del 15 marzo.
Durante il 1848, dopo il bombardamento di Napoli e l’esautoramento del Parlamento da parte di Ferdinando II di Borbone, Cosenza fu sede del Comitato di Salute Pubblica, vero e proprio governo provvisorio rivoluzionario.
Fu, infine, la città che sostenne attivamente l’impresa dei Mille di Garibaldi le cui truppe entrarono a Cosenza il 1° settembre 1860.
Da ricordare, inoltre, la circostanza che il Comune di Cosenza conserva nel proprio patrimonio uno dei più antichi tricolori d’Italia. Questa bandiera faceva parte dei “corpi di reato” del processo che portò alle fucilazioni dell’11 e 25 luglio 1844».
Il Sindaco Perugini ha segnalato, inoltre, al Prefetto di Cosenza i luoghi individuati dall’Amministrazione come particolarmente significativi in vista delle celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia e bisognevoli di interventi di ripristino e di restauro:
nell’area del Vallone di Rovito: recupero della scala di accesso all’area e delimitazione dell’intera area con limitazioni al traffico veicolare; lavori per la salvaguardia e restauro del monumento di A. Tot “Catene Spezzate” , sistemazione di tutta l’area e ripristino della scala di accesso; lavori di recupero e restauro dell’Ara dei Fratelli Bandiera;
in Piazza XV Marzo: restauro del Monumento “All’Italia” di Giuseppe Pacchioni; restauro targhe commemorative in Piazza XV Marzo ai due lati del Teatro “A. Rendano”;
nel quartiere della Massa: restauro della targa commemorativa di Don Beniamino De Rose.
«Esistono poi altri luoghi – scrive ancora il Sindaco di Cosenza –, non segnalati né con targhe né con altri elementi monumentali che però furono teatro di importanti eventi storici legati alla lotta risorgimentale: le Piazze Grande e Piccola, situate nel Centro Storico, dove si tenevano le adunate rivoluzionarie; Portapiana, dove fu innalzato l’Albero della libertà; il colle Vetere, dove fu impiccato il carbonaro Vincenzo Federico detto Capobianco; la chiesa di Sant’Agostino e l’annesso convento, carcere sotto i Borboni, dove venivano rinchiusi i prigionieri politici e dove i Bandiera assistettero alla loro ultima Messa e furono sepolti; Palazzo Arnone, nell’Ottocento sede dell’Intendenza, simbolo stesso del potere borbonico (anche qui fu innalzato l’albero della libertà), dove si tenevano i processi politici e verso cui si rivolse il tentativo rivoluzionario del 15 marzo 1844; in quel luogo fu, tra l’altro, insediato il Comitato di Salute Pubblica del 1848; il palazzo del Liceo Classico, nell’Ottocento sede del Real Collegio, dove si riunivano i comitati liberali nei brevi momenti in cui nel regno era instaurato un regime parlamentare; Donnici, che diede i natali a Bisceglie, giustiziato a Napoli il 1799.
Si propone, quindi, di posizionare alcune targhe commemorative almeno in località Portapiana, davanti al Palazzo Arnone e a Donnici».
Il Sindaco Perugini conclude, quindi, la sua lettera al Prefetto Reppucci manifestando la disponibilità dell’Amministrazione Comunale a concordare le iniziative più utili alla celebrazione dell’importante evento.