Che le casse dell’Asp di Catanzaro siano in profondo rosso è storia vecchia. Ma che si facessero giochetti per fregare i Calabresi non volevamo proprio crederci.
Così il Codacons denuncia un sistema perverso di fatture “gemelle” che, secondo l’associazione, potrebbe aver affossato l’Azienda sanitaria con drammatiche ripercussioni sui servizi resi all’utenza.
LE CIFRE.
L’Asp contabilizza, per l’anno 2014, una perdita di esercizio finanziario di 7.544.000 euro, per l’anno 2015 di 19.032,000 euro, per il 2016 di 26.075,000 euro, per il 2017 di 19.071.000 euro e per l’anno 2018, in un crescendo Rossiniano, di ben 56.161.000 e, per finire, parrebbe che per l’anno 2019 il buco sia limitato a “soli” 32.200.00 euro.
Tra le cause che hanno determinato questa situazione “inquietante”, potrebbe esserci il “sistema delle fatture gemelle” oltre, ovviamente, un controllo inesistente da parte delle strutture aziendali preposte che, ad essere maliziosi, potrebbe apparire “complice”.
Proviamo a sintetizzare questo giochino delle tre carte che potrebbe aver svuotato le casse dell’Asp ed affossato le speranze dei Calabresi di avere un servizio sanitario efficiente.
LE FATTURE GEMELLE.
Il sistema è semplice – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons. La società X emette la fattura n. 01 e viene mandata in pagamento; immediatamente la stessa società emette la fattura nr. 01/1 (fattura gemella) con la stessa data e lo stesso importo, documento che viene registrato al sistema di fatturazione elettronica ma non viene liquidato.
Dopo qualche tempo la società cede i crediti delle fatture “gemelle” ad una società di recupero crediti che provvede, attraverso azioni giudiziarie, magari attraverso un bel decreto ingiuntivo nei confronti dell’Asp.
E così le spese lievitano, tra interessi, spese e pagamenti doppi.
Alla fine della fiera l’Asp, costretta a pagare il decreto ingiuntivo, finisce per liquidare due volte la stessa fattura.
I CONTROLLORI DISTRATTI.
Questo giochino non è mai stato rilevato dalla struttura aziendale appositamente preposta al controllo.
In questi anni, infatti, l’Asp di Catanzaro sembra aver abdicato ogni funzione di controllo.
Ci auguriamo che i Commissari vogliano chiedere spiegazioni all’allora Direttore dell’Unità Operativa di Programmazione e Controllo che, solo per fare un esempio, avrà autorizzato i pagamenti che oggi sono balzati agli onori delle cronache (così come quei famosi 17 milioni di euro erogati a vantaggio di una struttura privata) – prosegue Di Lieto.
Magari finiranno per trasmettere gli atti alla Corte dei Conti.
Di certo questi comportamenti, anche solo omissivi, hanno finito per ripercuotersi negativamente sulla qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie rese all’utenza.
Soldi rubati a cittadini ed usati per pagare sevizi inesistenti.