“Non ho visto il seme gettato da Don Italo, perché allora non ero ancora nato, ma ho visto i frutti del suo lavoro e da quelli ho capito la sua azione che si è concretizzata in grandi alberi come la cooperativa che porta il suo nome, la Caritas, la Piccola Opera, L’Agape e Libera”. Questo è solo un dei tanti concetti espressi dai ragazzi dell’Istituto Panella Vallauri di Reggio Calabria che hanno partecipato al premio “Don Italo Calabrò per l’educazione dei giovani”, bandito dal Consiglio regionale della Calabria su iniziativa del presidente Nicola Irto. Loro, sono i ragazzi di quella che è stata la scuola in cui Don Italo ha insegnato, mentre Mimmo Nasone, componente della commissione, è stato uno degli allievi di Don Italo, uno di quelli che ha continuato a diffondere il suo famoso messaggio “nessuno escluso mai” che la dirigente scolastica dell’istituto industriale, Anna Nucera, ha fatto incidere sulle magliette indossate dagli studenti. Un premio che il presidente dell’assemblea regionale, Nicola Irto ha voluto istituire con grande determinazione e con un obiettivo preciso: “siamo riusciti con un piccolo impegno del consiglio regionale a fare due cose importanti, premiare il merito degli studenti del Panella-Vallauri che si sono messi in gioco e intitolare questo premio a Don Italo Calabrò, dando vita ad un progetto pilota che punta a valorizzare a livello regionale e non solo reggino la figura di Don Italo. Quindi nei prossimi anni, ha aggiunto Irto, continueremo con questo esperimento che però verrà allargato anche alle altri province. La sua figura dovrà diventare ciò che davvero è, vale a dire un patrimonio di tutta la regione. Attraverso la memoria e il ricordo di figure autorevoli come quella di Don Italo ci potrà essere il riscatto della nostra regione”. Per il componente della commissione giudicatrice Mimmo Nasone è stata una grande gioia poter condividere questo momento con i ragazzi del Panella Vallauri che hanno dimostrato grande maturità. “Noi, come commissione, abbiamo presentato l’iniziativa a tutte le classi del’istituto in tre incontri e preparato i ragazzi che poi hanno deciso di partecipare con i loro idee. Abbiamo parlato ai ragazzi della figura di Don Italo Calabrò e raccontato del periodo in cui lui è stato insegnante del Panella dal 1950 al 1979, un grande educatore e sacerdote, servo dei poveri della città di Reggio Calabria, promotore della cittadinanza attiva e del risveglio delle coscienze, presente in ogni angolo della città dove ci fosse bisogno, consolatore delle vittime innocenti della ‘ndrangheta, animatore delle comunità perché si ribellassero al potere delle mafie, incoraggiando i giovani a partecipare alla vita politica amministrativa”. Un sacerdote a 360 gradi che è stato anche un santo il cui iter per la beatificazione è stato avviato il 16 giugno dell’anno scorso in occasione del 25esimo della sua morte. Sono stati 52 i ragazzi delle varie classi che hanno partecipato al concorso. Tre i vincitori con il primo premio di 3.500 euro conseguito da Marco Meduri, il secondo di 1.500 euro conseguito dal gruppo formato da Carmela Meduri, Martina Racco e Federica Alviano, il terzo consistente in una targa conseguito ex aequo da Pietro Meduri, Luca Cilione e Bogdan Geraci Donato, Moustafa Moatasem Mohamed. La commissione composta da Mimmo Nasone, dalla dirigente della Regione Calabria Cristiani e dal caporedattore di Gazzetta del Sud Paolo Toscano ha valutato tutti i lavori pervenuti ed individuato i vincitori. “Hanno colto bene il senso del premio, ha detto ancora Nasone, nessun copia incolla, il vincitore ha realizzato un elaborato di 5 pagine intenso che dimostra un gran lavoro di ricerca e ascolto delle testimonianze”. Orgogliosa del lavoro dei suoi ragazzi la dirigente scolastica Anna Nucera che messo parecchio impegno nella riuscita dell’iniziativa. “La nostra scuola è impregnata del lavoro e del pensiero di Don Italo che continuano a vivere attraverso i miei ragazzi. Noi continueremo sulla sua scia e il nostro motto è “nessuno escluso mai” perché crediamo nell’intelligenza dei nostri giovani che non dobbiamo rischiare di perdere solo perché nessuno li ascolta”.