di Clara Varano – “Il Sud ed il Risorgimento italiano – Un conto ancora aperto con la storia” è il titolo del convegno organizzato a Catanzaro dal collegio circoscrizionale della Calabria del Grand’Oriente d’Italia e la rispettabile loggia “Francesco De Luca” n. 1292 di Catanzaro, con il patrocinio della Regione e dei Comuni di Catanzaro e Cardinale. Al centro dell’incontro il Risorgimento italiano e il ruolo dei “fratrelli masoni”, ma non solo, anche delle donne e del Meridione in genere, nell’Unitá d’Italia.
Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione, Mario Oliverio, Maurizio Fernando Teti, membro della R.L. “Francesco De Luca”, Marcello Colloca, presidente del collegio circoscrizionale dei Maestri venerabili della Calabria e Santo Veraldi, maestro venerabile della loggia “Francesco De Luca”. “L’occasione – ha detto Oliverio – ci consente di riprendere un’analisi sulla questione meridionale. Al fine di guardare in faccia alla realtà odierna e ricollocare una tematica di tale portata occorre riferirsi a quanto accadde, nel pre e post, Risorgimento che ha avuto il demerito di non coinvolgere le masse in modo ampio. Non ha pervaso nel profondo la comunità e non l’ha riscattata. Garibaldi, ad esempio, nel suo passaggio in Calabria promise che avrebbe dato la terra ai contadini e invece due anni dopo ci fu la rivolta degli stessi contro di lui perché ciò non era avvenuto. Il simbolo di un processo mai compiutosi. Basti pensare al Pil pro capite dei calabresi, in diminuzione molto di più che nel resto del Paese”.
Relatori del convegno, Giovanni Greco, professore dell’Università di Bologna, Eugenio Di Rienzo e Anna Maria Isastia, della Sapienza di Roma e Aldo Schiavone, della Normale di Pisa. A ciascuno di loro il compito di raccontare attraverso le loro relazioni il periodo risorgimentale in ogni sua sfaccettatura.
Il convegno è stato concluso dagli interventi di Paolo Mieli, presidente di Rcs libri, e Stefano Bisi, gran maestro della loggia Grande Oriente d’Italia.
“Questo convegno – ha sottolineato Mieli – è molto importante, perché la Massoneria ha sempre sostenuto i valori del Risorgimento, ma in modo rigido. Il risorgimento, invece, è fatto di luci ed ombre, come tutti i periodi storici, e che una associazione come la Massoneria, nata proprio per difendere una tradizione, inizi a metterla in discussione è molto importante. Il ruolo della masoneria nel Risorgimento è fondamentale, basti pensare che i grandi uomini dell’epoca, primo fra tutti Giuseppe Garibaldi, erano massoni”.
Il convegno è anche un’occasione per parlare di divario tra Nord e Sud. “La questione meridionale è sempre al centro dei nostri dibattiti – ha dichiarato Bisi – perché c’è un grande bisogno di solidarietà ed emozioni. La massoneria, non è un potere forte, è un metodo educativo e mira al cambiamento in meglio di se stessi attraverso l’azione. È necessario iniziare a dire che non si può più identificare la Calabria con la ‘ndrangheta e la ‘ndrangheta con la Massoneria. È una profonda ingiustizia”.