di Angela Panzera – Chiuse le indagini sulla cosca Crea di Rizziconi. Il pm Alessandra Cerreti, da pochissimi giorni in forza alla Procura di Milano, ha notificato l’avviso a sedici persone, ritenute affiliate o comunque contigue ad uno dei principali e pericolosi clan della Piana di Gioia Tauro coinvolte nel maxi blitz della Squadra Mobile della Questura reggina denominato “Deus”. Si tratta di Vincenzo Alessi, Maria Grazia Alvaro, Clementina Burzì, Antonio Crea, Domenico Crea, Giuseppe Crea (latitante), Marinella Crea, Teodoro Crea (classe 1967), Teodoro Crea (classe 1939, detto “Il Toro”), Girolamo Cutrì,Giuseppe Lombardo, Osvaldo Lombardo, Domenico Perri, Domenico Rotolo, Domenico Russo e Vincenzo Tornese. L’operazione scattò il 4 giugno scorso e per la Dda, fino a quel giorno, i Crea si sentivano i “padroni” indiscussi di Rizziconi; avrebbero controllato tutto: gli appalti, i lavori, le politiche, le scelte e soprattutto i rappresentati cittadini che avrebbero dovuto sedere fra gli scranni del consiglio comunale. I Crea si sentivano invincibili, fino al giugno scorso. In manette oltre ai presunti gregari è finito proprio il capobstone storico del clan, quel Teodoro “Toru” Crea, pluripregiudicato per reati di mafia, già arrestato nel 2006 dopo un lungo periodo di latitanza, che a Rizziconi era conosciuto anche come “dio onnipotente”. E tale si doveva sentire quando ha deciso che l’amministrazione guidata da Antonino Bartuccio doveva finire perché troppi “no” aveva detto alla cosca. L’indagine “Deus” infatti, potrà arrivare a pieno compimento grazie alla sua testimonianza coraggiosa. Il primo cittadino si è opposto, con le proprie circostanziate denunce, allo strapotere della cosca mafiosa. Le attività investigative sono iniziate infatti all’indomani delle elezioni amministrative indette per l’elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rizziconi, tenutesi il 28-29 Marzo 2010, cui partecipava una sola lista, essendone una seconda stata esclusa per irregolarità.L’elezione di Bartuccio, dunque, si incastrerà in un periodo di vuoto di potere a Rizziconi. Ma a breve, sempre secondo le carte dell’inchiesta gli uomini del “Toro” torneranno a “bussare” al municipio attraverso un’escalation criminale costellata da minacce e da veri e propri atti intimidatori. I Crea sarebbero riusciti a provocare il sostanziale isolamo del sindaco con lo scopo palese di annullarne l’azione politica non gradita, determinando, altresì, attraverso le dimissioni dei consiglieri comunali, lo scioglimento degli organi di governo locali. Inoltre,nel corso delle indagini, sono emerse le presunte truffe aggravate contestate a Giuseppe Crea cl. ’78, il quale, nonostante lo status di latitante dal 2006, attestava falsamente di essere un imprenditore agricolo, procurandosi così un ingiusto profitto, consistito nell’indebita erogazione da parte dell’A.G.E.A.dei contributi comunitari relativi Piano di Sviluppo Rurale per oltre 180 mila euro. Analogo reato è stato contestato al padre Teodoro Crea, alla madre Clementina Burzì ed alla sorella Marinella, che pe la Dda si procuravano i contributi dell’A.G.E.A. per quasi 50 mila euro. Adesso tutti rischiano il processo.