Scarcerati, con l’obbligo di dimora dalle 20:00 alle 6:00, dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palmi, dott. Paolo Ramondino, in accoglimento dell’istanza degli avvocati Antonino Napoli e Antonio Attinà,
Vincenzo Filippone, 36 anni, e Francesco Barbera, 40 anni, entrambi di Rizziconi. I due erano stati arrestati poichè accusati di aver cercato di estorcere, anche con minacce telefoniche, 20 mila euro a Luigi Napoli, amministratore e gestore della “Vantage group srl”, con sede a Roma, che promuove certificazioni di qualità e Soa. Il 4 aprile scorso Napoli era finito all’ospedale di Gioia Tauro per le ferite riportate in un’aggressione sotto la casa della sorella a Palmi. L’imprenditore aveva denunciato ai carabinieri che mentre stava per salire in auto era stato affiancato da una Mercedes con a bordo Filippone e Barbera. Quest’ultimo avrebbe bloccato alle spalle l’imprenditore, Filippone gli avrebbe piegato la testa rifilandogli una ginocchiata e spaccandogli il sopracciglio destro. L’aggressione sarebbe stato l’ultimo capitolo di uno stillicidio di violenze legato a un rapporto imprenditoriale finito male. Un rapporto iniziato nel 2006 con Filippone quale titolare della “Fr costruzioni di Russo Maria” che a fronte della concessione della certificazione Soa gli consegnava 15 mila euro. Ai fini dell’acquisizione di un nuovo ramo d’azienda avrebbe ricevuto due assegni dell’importo complessivo di 15 mila euro (titoli che Filippone, secondo l’accusa, non avrebbe onorato). Napoli aveva aggiunto di essere stato contattato nell’autunno 2009 da Filippone che avrebbe manifestato l’intenzione di chiudere l’attività e chiesto la restituzione della somma versata per ottenere la certificazione. Nel corso di un incontro nella sede romana dalla sua azienda, Napoli avrebbe consegnato a Filippone due assegni postdatati da 10 mila euro ciascuno. L’aggressione si sarebbe realizzata quando il pagamento dei due assegni da 20 mila euro non era andato a buon fine.
I difensori degli indagati, gli avvocati Antonino Napoli e Antonio Attinà, dopo aver richiesto al P.M. dott. Stefano Musolino l’interrogatorio dei loro assistiti e condotto una serie di indagini difensive, hanno chiesto al GIP la revoca o l’attenuazione della misura. Il P.M. ha chiesto il giudizio immediato e, ritenendo attenuate le esigenze cautelari, ha richiesto la sostituzione della massima misura cautelare.