• All’ombra dell’ultimo sole Agazio sceglie Salvatore.

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    di Giusva Branca – La regione Calabria, come cantava De Andrè, è alle prese con quello che potremmo definire una sorta di “ultimo sole”, quasi un’ultima chance.
    Però stavolta – a quanto sembra – Agazio Loiero sta per dare un segnale forte e chiaro, come si

    diceva una volta e così, continuando a parafrasare il cantautore genovese, all’ombra dell’ultimo sole Agazio ha scelto Salvatore…
    La ormai imminente nomina dal magistrato Salvo Boemi a capo della Sua (Stazione Unica Appaltante) rappresenta non solo garanzia per il corretto funzionamento dei meccanismi degli appalti (da sempre ginepraio inestricabile in Calabria), ma – soprattutto – un segnale.
    Ecco, un segnale.
    Loiero si preoccupa, giustamente, anche dell’immagine della Calabria in Italia ed all’estero, ma spesso ha sbagliato il metodo, i sistemi con i quali ha cercato di tutelarla, questa immagine.
    La Calabria devastata, violentata, umiliata dalle scorrerie piratesche di una criminalità senza scrupoli e divorata da una politica nei decenni più connivente che impotente fa i conti con un duplice asset di tematiche: da una parte il problema, all’interno del territorio, con tutti i suoi drammatici risvolti; dall’altra la percezione dello stesso all’esterno, il concetto, ormai radicato che – a prescindere dall’analisi dei singoli casi – in Calabria ogni atto della Pubblica Amministrazione sia ammantato di criminalità diffusa, quando non diretta espressione degli interessi più inconfessabili.
    E’ questo tipo di immagine, che inevitabilmente si riverbera su tutti i calabresi, che – lo ripetiamo, unitamente al problema che c’è, non è frutto della perversa fantasia di certi organi di stampa brutti e cattivi – va aggredita, va cambiata.
    E per fare ciò il nome di Salvo Boemi vale mille sponsor della Nazionale di calcio, oltre che rappresentare una boa dalla quale partire per risolvere il problema del marciume negli appalti.
    Certo, Salvo Boemi non ha il ghigno ringhioso di Gattuso, ma – vivaddio – costa anche meno del logo dietro le sue spalle
    (Foto Diara)

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