• Scuse di un giornalista a boss Condello: è giallo.

    pizzino_condelloUn giornalista ha scritto
    al boss ''supremo'' della 'ndrangheta Pasquale Condello quando
    era ancora latitante per scusarsi di un errore in un servizio?
    L'interrogativo circola da stamani in Calabria. E la vicenda sta
    diventando un vero e proprio mistero.

    E' stato il quotidiano Calabria Ora a riferire la circostanza
    che prende le mosse dal ritrovamento, nell'appartamento di
    Reggio Calabria in cui Condello si nascondeva, di un pizzino (in foto) nel
    quale il boss aveva annotato: ''G.R. della Calabria ore 12 e 10.
    Giorno 10/06/07 estorsione lavori autostrada .. citi cosca
    Condello. Falso!!!''.
    Al pizzino, e' la ricostruzione fatta dal
    quotidiano, il giornalista avrebbe risposto inviando, attraverso
    ''canali affidabili e sicuri'', una lettera di scuse al boss per
    l'errore commesso.

    Immediata e' stata la presa di posizione dell'Ordine dei
    giornalisti della Calabria e del Sindacato giornalisti
    calabresi, che hanno chiesto agli inquirenti di confermare o
    smentire al piu' presto la notizia e, ''in caso di conferma, di
    rendere noto il nome del giornalista che ha inferto alla propria
    personale dignita' ed alla dignita' della professione che
    esercita un vulnus tanto grave''.
    Altrimenti, e' stata la
    considerazione di Ordine e sindacato, si corre il rischio di
    ''gettare ombre su una intera redazione, quella della Rai
    calabrese, che invece non merita di essere ferita nel proprio
    orgoglio e nella propria dignita' umana e professionale''.
     
    Sulla stessa lunghezza d'onda il Comitato di redazione della
    Tgr Rai della Calabria, che ha chiesto un accertamento
    ''tempestivo e definitivo, atteso che nell'edizione del Gr di
    domenica 10 giugno, andata in onda alle 12.40 e non alle 12.10,
    non c'erano notizie o servizi riferibili a quanto scritto da
    Calabria Ora. E' di tutta evidenza che la redazione della Rai
    Calabria, che ha sempre lavorato con scrupolo, professionalita'
    e autonomia, non puo' essere coinvolta nell'eventuale errore di
    una persona che, tuttavia, se commesso, finisce per avere
    devastanti conseguenze sulla credibilita' dell'intera categoria
    e della stessa azienda''.
     
    Un invito a fare chiarezza al piu' presto e' giunto anche da
    Carlo Verna, segretario nazionale dell'Usigrai, e dal segretario
    della Federazione nazionale della stampa, Franco Siddi.
    La sede calabrese della Rai ha scritto al procuratore della
    Repubblica di Reggio Calabria, Francesco Scuderi, in cui si
    chiede ''un chiarimento immediato perche' la Direzione generale
    dell'azienda possa decidere l'eventuale costituzione di parte
    civile contro chi, eventualmente, ha creato danni alla storia ed
    all'immagine della Rai''.
     
    La chiarezza tanto invocata, pero', non e' arrivata. Uno dei
    magistrati della Dda reggina, Giuseppe Lombardo, ha spiegato che
    nel rifugio di Condello ''sono stati trovati numerosissimi
    documenti il cui esame iniziera' lunedi'''. Anche in ambienti
    investigativi e' stata evidenziata la mole di documenti trovata
    nell'appartamento che ha reso impossibile, al momento, un suo
    esame approfondito.
    L'inchiesta comunque, va avanti.
    Pur senza un esame
    dettagliato, gli investigatori sanno gia' che tra il materiale
    sequestrato vi sono documenti in cui si parla di societa'
    pubblico-private. Un altro troncone dell'indagine, invece, punta
    al centro-nord Italia dove Condello, come gia' emerso in altre
    inchieste, poteva contare su una rete di fidati collaboratori
    che avrebbero riciclato immensi capitali frutto delle attivita'
    illecite della sua cosca. (ANSA).

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