• Libero per insufficienza di foto; il supremo scrive, il giornalista risponde ?

    condello_pasqualecondello_pasquale_cl.1950

              di

    Claudio Cordova 

    Ha ragione Pasquale Condello a dire di non essere Bernardo Provenzano, ma solo e soltanto Pasquale


    condellopasqualeCondello. La sua latitanza, oltre ad essere stata più breve rispetto a quella di Provenzano, è oltremodo diversa: Condello ha trascorso a Pellaro, da latitante, un periodo imprecisato, ma ragguardevole, di tempo; non ha abitato un vecchio casolare, circondato da boschi e greggi, lontano dalle metropoli, ma ha vissuto a dieci, forse quindici, minuti dal centro storico di Reggio Calabria, in un appartamento ben arredato e fornito di tutti i comfort che il 2000 ha consegnato alla società. Non è stato costretto dagli eventi a rimanere rintanato in un buco, come un topo spaventato dagli appostamenti ingannevoli di un gatto, ma ha potuto permettersi, grazie ad una fitta rete di intelligence che lui stesso coordinava, anche qualche uscita pubblica nel cuore del rione posto alla periferia della città. Sono tanti, infatti, coloro i quali possono affermare di aver visto in giro “quel distinto signore brizzolato con i baffi” : il supremo non disdegnava, infatti, qualche passeggiata, soprattutto nelle calde giornate di sole. Non che il supremo non prendesse le dovute precauzioni (si era creato un’identità fasulla), ma era forte del fatto che l’ultima foto a disposizione delle Forze dell’Ordine (e quindi anche dei civili) fosse datata diversi anni (e capelli) addietro: il volto Pasquale Condello, salvo attente analisi, appare in effetti quasi irriconoscibile se confrontato con le foto segnaletiche del passato.

    E’ stata proprio questa la forza del supremo, una forza che si è nutrita, giorno dopo giorno, dell’inesorabile scorrere del tempo e degli inevitabili cambiamenti somatici cui è soggetto l’essere umano. Un discorso che è servito, in passato, a Bernardo Provenzano, dall’aspetto di gran lunga più mite rispetto ai temibili identikit tracciati dalle Forze dell’Ordine, e, in tempi attuali, a Matteo Messina Denaro. E’ questa la forza della criminalità organizzata, muoversi nell’ombra facendo perdere agli investigatori anche i particolari più evidenti, come il volto. Nulla era lasciato al caso, era questa la forza del supremo, la forza che gli permetteva di mettere le mani sulla Leonia Spa, per esempio: diversi documenti relativi alla società mista del Comune, che ha come compito quello di smaltire i rifiuti della città, sarebbero stati ritrovati nel covo di Condello. Potrebbero trovare tante spiegazioni riconducibili al clan Condello, quindi, gli attentati subiti da alcuni mezzi della società nei mesi scorsi.

    In questa storia c’è poi quello che Carlo Emilio Gadda avrebbe definito “Quer pasticciaccio brutto”, che coinvolgerebbe un giornalista, il quale, se i fatti denunciati da Calabria Ora dovessero essere confermati, avrebbe intrattenuto rapporti di sudditanza con il Supremo: la Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta, che farà il suo corso, ma che lascia presagire, comunque, che il quotidiano non abbia preso un granchio.

    Fa bene l’Ordine dei Giornalisti della Calabria a dissociarsi, così come sono encomiabili le posizioni del Sindacato dei Giornalisti e del Comitato di Redazione di Rai Calabria: tutti chiedono chiarezza, ma, soprattutto, un nome. Il nome del giornalista, se esiste davvero, che avrebbe scritto a Condello, chiedendo scusa per una notizia “errata”.

    Se quel nome (e quindi il fatto) esiste davvero, per il giornalista in questione si aprirebbero scenari inquietanti (favoreggiamento?concorso esterno?), e l’impressione è che gli inquirenti, coadiuvati dai carabinieri, non debbano cercare lontano, ma nelle vicinanze. Nelle vicinanze di quel pizzino che recita ''G.R. della Calabria ore 12 e 10. Giorno 10/06/07 estorsione lavori autostrada .. citi cosca Condello. Falso!!!'' e che, forse, sarebbe dovuto uscire fuori solo e soltanto collegato al nome del professionista che potrebbe aver gettato fango su sé stesso, sulla categoria e sull’intera regione.

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