"Il fatto, se confermato e' di una gravita' inaudita e, proprio per questo, deve essere riferito al giornalista che lo ha eventualmente commesso. Lasciare senza nome il protagonista di questa triste, ma personalissima, vicenda significa gettare ombre su una intera redazione, quella della Rai calabrese, che invece non merita di essere ferita nel proprio orgoglio e nella propria dignita' umana e professionale. L'Ordine ed il Sindacato dei giornalisti chiedono quindi che al piu' presto gli organi inquirenti confermino o smentiscano la notizia
e, in caso di conferma, rendano noto il nome del giornalista che ha inferto alla propria personale dignita' ed alla dignita' della professione che esercita un "vulnus" tanto grave. Cio' per fugare ombre e sospetti immotivati su tutti gli altri colleghi della redazione calabrese della Rai che ogni giorno svolgono il proprio lavoro con competenza, autonomia e professionalita', e per consentire anche all'Ordine calabrese di assumere tutte le decisioni opportune e necessarie rispetto ai comportamenti deontologicamente devastanti che il giornalista interessato avrebbe posto in essere". Questo il contenuto della nota congiunta con la quale l'Ordine dei Giornalisti della Calabria ed il Sindacato giornalisti calabresi, rivolgendosi agli organi investigativi ed inquirenti, chiedono di fare al piu' presto chiarezza sulla vicenda, riportata oggi in prima pagina da "Calabria ora" e relativa alla "reprimenda" che il boss Condello, arrestato lunedi' scorso, avrebbe fatto pervenire ad un giornalista, tramite "pizzino", per un servizio trasmesso dal Giornale radio della Rai calabrese in data 10/6/2007; alla quale "reprimenda" il giornalista avrebbe risposto con una lettera (fatta pervenire non certo tramite Poste) con cui chiedeva scusa al boss per l'errore commesso.