Sorpreso per essere indagato con quello che defini' un ''avviso a mezzo stampa'', prima di chiudersi in questi mesi in un totale silenzio sulla vicenda, Agazio Loiero sfido' il pm De Magistris, sostenendo che contro di lui non ci poteva essere nulla. ''So che tutti, in queste situazioni, si professano innocenti – affermo' il presidente della Regione Calabria – ma nell'inchiesta non c'e' un barlume di fatti, di appalti e quant'altro che possano sfiorare la mia persona e sfido il magistrato a dimostrare il contrario. Come sfido chiunque a dire e dimostrare, in tutto questo liquame che sembra aleggiare da tanti anni attorno alla Regione, che mi si possa muovere un qualsiasi appunto in tema di legalita' e trasparenza, parole chiave del mio impegno di presidente''. Loiero fu sentito una prima volta dal magistrato come persona informata sui fatti, ma si ritrovo' due giorni dopo indagato dal pm De Magistris ed in tale veste fu costretto cosi' a tornare davanti al magistrato. Dopo una iniziale reazione tendente a fare chiarezza su alcune circostanze come il suo rapporto con Alessandro Firpo (''Nulla di oscuro – spiego' Loiero – soltanto una vecchia amicizia con il padre, il grande Luigi Firpo, intellettuale europeo, continuata con la famiglia e per motivi esclusivamente culturali''), Loiero espresse grande rispetto ''per tutta la magistratura e per i pm che in Calabria, in particolare, svolgono il loro incarico con maggiore difficolta' e rischio'', ma si disse ''distante anni luce da ogni contesto di illegalita' come quello ipotizzato'', convinto che ''se c'e' un giudice a Catanzaro – disse – non potra' che riconoscere la mia totale estraneita' alle contestazioni del pm''. (ANSA).