Con una cerimonia molto affollata,
che si e' svolta questa mattina nell'aula magna della Corte di
appello del Tribunale di Catanzaro, il procuratore capo Mariano
Lombardi ha ufficializzato la sua decisione di lasciare la
magistratura per andare in pensione. Lombardi, il prossimo 27
gennaio, avrebbe dovuto lasciare la Procura di Catanzaro per
prendere servizio a Messina, dopo la decisione di trasferimento
adottata dal Csm.
Molte le autorita' presenti alla cerimonia, presieduta dal
presidente della Corte di appello, Pietro Sirena, tra i quali i
vertici della magistratura catanzarese, delle forze
dell'ordine, alcuni prefetti calabresi, il sindaco di Catanzaro
e il presidente della Provincia.
"Non ritengo di avere ammainato la bandiera – ha detto
Lombardi nel suo intervento interrotto piu' volte dagli
applausi – ho semplicemente cambiato direzione, ma camminero'
sempre". Da parte del procuratore capo nessun riferimento
esplicito alla vicenda che lo ha visto contrapposto al pm Luigi
De Magistris, anch'esso trasferito dal Csm e in un incarico
diverso, se non la sottolineatura della sua lunga carriera,
"Sono sbigottito per questa ampia partecipazione – ha aggiunto
Lombardi – questo vuol dire che in quarantanove anni di
carriera avro' fatto qualcosa di buono. In tutti questi anni di
servizio, non ho mai trovato qualcuno che non mi abbia seguito,
e nessuno mi ha rifiutato il suo aiuto". Il magistrato ha
scelto di chiudere la sua attivita' dopo l'inaugurazione
dell'anno giudiziario a Catanzaro, fissato per sabato mattina.
"Venerdi' mattina saro' in ufficio – ha detto Lombardi – e
sabato assistero' alla mia cinquantesima inaugurazione
dell'anno giudiziario".
Non sono mancati i momenti di commozione, con il
procuratore capo che ha ripercorso la sua lunga attivita' di
magistrato, nella quale ha anche sostenuto la pubblica accusa
nel processo per la strage di Piazza Fontana. "Mi manchera'
quest'aula – ha proseguito Lombardi – e tutte le udienze in cui
ho sostenuto l'accusa, sono momenti indimenticabili. Ci sono
anche altre cose che mi mancheranno, come le telefonate dei pm
che mi informavano per i successi ottenuti dall'ufficio. Non
potro' dimenticare le aule di giustizia – ha proseguito il
procuratore capo – non si cancella la scarica di adrenalina che
arrivava quando usciva una Corte di appello per una sentenza.
La nostra attivita' e' la piu' bella che si possa immaginare –
ha concluso Mariano Lombardi – e vi diro' che le cose di casa
nostra vanno bene". Molti gli interventi di commiato,
a partire dal presidente della Corte di appello, Sirena, che ha
sottolineato le doti umane e la correttezza e onesta' del
magistrato Lombardi. Il procuratore generale Vincenco Iannelli
ha evidenziato "una vita piena di serenita', quella di
Lombardi, che recenti vicende possono anche avere oscurato",
aggiungendo che "Lombardi e' il magistrato che coniuga la
mitezza con il rigore della giustizia".
Il presidente del Tribunale, Gregorio Greco, ha richiamato
"le leggi profondamente ingiuste adottate sia nella precedente
legislatura che in questa – ha detto – che hanno modificato il
diritto incostituzionale della inamovibilita' dei magistrati",
aggiungendo le doti riconosciute a Lombardi di "umilta',
serenita' ed equilibrio". Lo spirito di collaborazione,
dimostrato nei confronti dell'ufficio dal procuratore Lombardi,
e' stato ricordato dal procuratore vicario Salvatore Murone,
mentre il direttore del personale della Procura, Piero Cullo,
ha evidenziato il rapporto con tutti i dipendenti e lo spirito
di abnegazione di Lombardi. Il presidente dell'Ordine degli
avvocati, Giuseppe Iannello, ha donato al procuratore capo una
targa ricordo per "il suo comportamento di uomo e magistrato".
In un messaggio dei sostituti procuratori che negli anni
hanno lavorato con Lombardi, non sono mancati, invece, i
riferimenti ai rapporti che negli ultimi tempi hanno segnato la
Procura catanzarese: "Non abbiamo mai creduto un solo minuto –
e' stato affermato – alle insinuazioni che venivano dal suo
stesso ufficio". (AGI)