La quiete prima della tempesta. Il
presidente del Consiglio Romano Prodi rende le sue comunicazioni al
Senato in un'Aula che ascolta con tranquillita' e senza particolari
scosse emotive, anche se si percepisce l'inevitabile tensione di una
giornata destinata in ogni caso a segnare la legislatura.
Nessuna punta polemica tra maggioranza e opposizione, anzi
all'inizio c'e' spazio anche per due applausi bipartisan. Accade
quando il presidente Franco Marini stigmatizza la pubblicazione su un
quotidiano di nomi e foto di senatori che sarebbero pronti a votare a
favore del governo, per garantire la prosecuzione della legislatura
per il tempo necessario per consentire la maturazione del vitalizio
parlamentare: un modo, nota il numero uno dell'Assemblea di palazzo
Madama, "inaccettabile e qualunquista di affrontare i problemi" che
invece richiederebbero "serieta'". Poi interviene la capogruppo del Pd
Anna Finocchiaro, che commemora la figura di Guido Rossa, ucciso dalle
Brigate Rosse 29 anni fa.
La parola passa quindi al premier, arrivato in Aula dieci minuti
prima rispetto all'orario fissato per l'inizio della seduta. Alla sua
destra il ministro della Difesa Arturo Parisi, alla sinistra il
vicepremier Francesco Rutelli. Poi altri ministri, viceministri e
sottosegretari, alcuni dei quali costretti a rimanere in piedi
nonostante l'affannarsi degli assistenti parlamentari per non far
mancare le sedie.Nell'emiciclo non ci sono Clemente Mastella,
Tommaso Barbato e Nuccio Cusumano dei Popolari-Udeur; non c'e'
Lamberto Dini, mentre sono regolarmente al loro posto Natale D'Amico,
Domenico Fisichella, Franco Turigliatto e i senatori a vita Giulio
Andreotti e Rita Levi Montalcini.
Prodi parla in un'Aula che ascolta silenziosa, senza scaldarsi.
Alla fine l'applauso dai banchi del centrosinistra, ma senza la
standing ovation che si era registrata alla Camera. Tanto che dai
banchi dell'opposizione qualcuno rivolge con ironia ai colleghi della
maggioranza l'invito ad alzarsi in piedi.
(Adnkronos)