L'estorsione e l'usura restano i fenomeni piu' diffusi tra le azioni criminali della 'ndrangheta, ma assumono ancora di piu' un significato dirompente se si considera che sono pochissimi i casi di denunce da parte delle vittime del distretto giudiziario di Catanzaro. Lo ha detto detto il presidente della Corte d'appello di Catanzaro, Pietro Antonio Sirena. Per quanto riguarda le estorsioni, Sirena ha affermato che "le varie procure segnalano che la gran parte dei commercianti e degli imprenditori sono taglieggiati dalla delinquenza mafiosa e che spesso non denunciano i delitti commessi ai loro danni, per timore di rappresaglie e per sfiducia nella tempestivita' ed efficacia della repressione giudiziaria". Situazione analoga per i reati di usura, per i quali Sirena ha dichiarato che "i dati statistici non costituiscono uno specchio fedele della realta', poiche' da diversi significativi segnali – ha aggiunto – si desume che il numero delle usure e' di gran lunga superiore a quello apparente, rivelandosene difficilissima la scoperta a causa della mancata denuncia da parte delle vittime". Proprio nei reati di usura, il presidente della Corte di appello ha evidenziato che "la criminalita' organizzata e' entrata in questi circuiti, non esitando a ricorrere a minacce e attentati". Nel rapporto del distretto di Corte di appello di Catanzaro, sono stati ripercorsi anche i dati relativi alle diverse manifestazioni criminose, con la conferma del potere della 'ndrangheta sul traffico nazionale e internazionale di stupefacenti, mentre restano elevati i numeri degli omicidi di mafia, soprattutto nelle realta' di Crotone e di Lamezia Terme. Nel periodo preso in esame dal presidente Sirena, sono stati tredici gli omicidi volontari, legati in prevalenza a fatti di mafia. Le condizioni della viabilita' calabrese e, in particolare, dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, tengono costante il dato elevato relativo agli omicidi e alle lesioni colpose commessi in violazione al codice della strada. Si riduce, invece, il numero dei reati contro la pubblica amministrazione, scesi da 221 a 164, pur rimanendo reati relativi alla indebita fruizione di fondi pubblici statali o comunitari. (AGI)