''Non so quante copie del Corriere della Sera, di Repubblica, della Stampa, del Messaggero, del Giornale, di Libero e altro ancora si vendono a San Luca. Certo, e' che se questa mattina un giovane di quel paese dovesse aver acquistato un quotidiano nazionale, avra' dovuto constatare di essere un po' piu' solo assieme ai suoi coetanei''. A sostenerlo e' stato il sen. Francesco Storace, segretario del movimento politico ''La Destra'' che ieri e' stato a San Luca in seguito alla strage di Duisburg. ''Raramente – ha aggiunto – mi capita di contestare scelte giornalistiche. Ma se la stampa nazionale sceglie di ignorare quanto accaduto ieri a San Luca, ancora piu' che la mia visita come unico parlamentare a recarsi in quel tormentato paese, la durissima denuncia del sindaco diessino contro la latitanza del governo e della regione Calabria, vuol dire che e' ancora piu' difficile contrastare una cultura mafiosa che prospera nell'isolamento delle comunita' che vorrebbero reagire. Giornali censori, mafiosi piu' forti''. ''Ma al sindaco di San Luca – ha sostenuto Storace – dico di andare avanti, perche' la battaglia per il decreto San Luca non deve fermarsi. Del resto, anche le minacce denunciate da Loiero sono state trattate come una breve di cronaca: hanno avuto piu' spazio, nei giorni scorsi, quelle alla presidente dell'Umbria. Ieri abbiamo tentato di testimoniare che l'Italia non se ne e' andata da San Luca. Oggi i mafiosi saranno piu' forti per dire ai loro concittadini che l'Italia se ne frega e che l'antistato e' sempre piu' forte. Certo, come dare torto a chi sostiene che la Calabria e' ormai abbandonata proprio da tutti. Non e' piu' un modo di dire. Oppure, si e' stabilito di abituarsi a convivere con la mafia. Tanto, e' un problema del sud, diranno''. ''Il rifiuto della rassegnazione – ha concluso Storace – non fa piu' notizia. La latitanza dello Stato e della regione non fanno piu' notizia. Fa notizia solo il colore: quello rosso. Rosso sangue''. (ANSA)