Dai neonati "Democratici calabresi per le riforme" riceviamo e pubblichiamo
La stagione d’impegno e di confronto che si è aperta per la costituzione del Partito Democratico dovrà certamente contribuire a un profondo cambiamento delle regole del gioco che da oltre mezzo secolo hanno dominato la vita pubblica nazionale.
Da questa fondamentale premessa nascono i Democratici Calabresi per le riforme. Diellini e Socialisti, Diessini e liberaldemocratici, Ambientalisti e espressioni di nuovi impegni sociali, uniti verso il partito nuovo che vogliono a tutti i costi plurale e veramente aperto. Un’area che nasce chiaramente in antitesi culturale con gli apparati creati dalle burocrazie ds-dl che vogliono cooptare il gruppo dirigente, impadronirsi della novità per gestirla e non per costruirla. Un’idea invece, quella dei democratici calabresi per le riforme, che ritiene che la costruzione del PD sia un progetto non semplice, la più grande scommessa del XXI secolo, che quindi richiede un impegno straordinario di apertura mentale e culturale.
In uno slogan il messaggio di apertura al confronto ritenuto necessario e decisivo: un solo partito tante voci. Questa battaglia tra il vecchio e il nuovo è in pieno svolgimento.
I firmatari ritengono che il dibattito nazionale intorno al PD vada sostenuto con un atteggiamento veramente riformista, arricchito di una nuova sensibilità verso una questione meridionale che sia in grado di liberare un Mezzogiorno diverso e non subalterno che disegni da protagonista il proprio processo di crescita e esprima posizioni autorevoli e nuove rispetto al sistema del Welfare, che va aggiornato e non smantellato e rispetto alle esigenze delle nuove generazioni trascurate da una politica che non prepara il futuro. I proponenti ritengono centrali i temi del clima e dell’ambiente che secondo la loro idea dovranno essere accompagnati da subito da politiche e pratiche innovative che caratterizzino la piattaforma programmatica del nuovo soggetto. Forte la convinzione che al Paese serva una nuova legge elettorale in grado di restituire rappresentatività democratica a deputati e senatori e di assicurare maggiore governabilità.
Tra gli stimoli al dibattito culturale per il nuovo partito c’è la considerazione che il sistema italiano abbia la necessità di una forte innovazione e di nuove politiche per la conoscenza e del sistema di istruzione.
Rispetto alla nascita del partito sarà però decisiva la interazione tra livello nazionale e regionale e locale e la scelta dei metodi di selezione del gruppo dirigente. In questo senso i democratici calabresi si spenderanno per un partito veramente federale e per questo calabrese e per la Calabria. Che operi scelte che responsabilizzino i territori, non soffrano di eterodirezione e autoreferenzialità di singoli.
Non si ritiene possibile né utile in altri termini non valorizzare le esperienze e i contenuti proposti dal territorio e si punta a ritenere centrale l’esperienza dei territori e degli enti locali secondo una declinazione moderna del principio di sussidiarità.
E’ poi decisivo affrontare la questione della trasparenza e credibilità delle Istituzioni e di coloro che le rappresentano rispetto a fenomeni di trasversalismo e di degenerazione etica che in Calabria come nel Paese rischiano ulteriormente di delegittimare la politica e di indebolire la lotta alla criminalità.
Queste le basi e gli indirizzi su cui “Democratici in ascolto” e “Democratici di Calabria” decidono di “contaminarsi” superando come richiede il PD diverse provenienze, idee monoculturali dell’identità sociale e iniziare a costruire sul serio un profilo di “democratici” attuale e in sintonia con la società complessa e dinamica in cui viviamo. C’è chi ha pensato che bastava fondere i grandi apparati dei due partiti, Margherita e Ds. In realtà da lì siamo partiti ma qui non vogliamo fermarci. Siamo andati più avanti.
Ciò che è più importante è fondere e intrecciare le culture politiche, farle comunicare. I Democratici su queste basi decidono di proporre una lista per l’appuntamento di ottobre e si rivolgono a coloro che vogliono contribuire alla costruzione del nuovo soggetto in maniera democratica, puntando a definire un documento-mozione “aperto” da porre a base della discussione politica dei prossimi mesi. Per quanto riguarda la scelta del futuro segretario regionale del PD si sostiene la necessità di proporre una figura che sia capace di interpretare e sintetizzare le culture e le sensibilità che daranno vita al nuovo partito. Serve una persona che esprima freschezza culturale e di ruolo e non omologazione alle vecchie identità. Sarà necessaria una grande dote di disponibilità al confronto, di rappresentatività democratica, un forte legame col territorio calabrese e una dedizione alla missione totale. Ciò che i calabresi chiedono al PD è una grande trasformazione di metodi e stile, all’insegna della libertà e dell’eguaglianza, aprendosi al confronto e all’ascolto, mettendo in discussione assetti, certezze e regole del gioco. Per la complessità del lavoro e l’importanza del progetto non sarà possibile individuare esperienze percepite come omologate rispetto alle storie da cui partiamo e si richiederà di dedicare generosamente tutte le proprie energie senza poter essere distratti da altri impegni di governo o significative responsabilità istituzionali. Non potrà essere quindi un soggetto che abbia avuto la responsabilità di guida delle forze politiche impegnate nella costruzione del PD.
Il rischio sarebbe indebolire la progettualità e puntare tutto sulla gestione.
Proprio perchè di fronte a una forte discontinuità rispetto ai criteri della tradizionale cooptazione del ceto dirigente, è necessario che l’opinione pubblica e la società nel suo complesso, sappiano riconoscere nel Partito Democratico un partito diverso e innovativo, guidato in maniera autorevole e aperta al futuro.
F.to: I Democratici Calabresi per le riforme
Per i “Democratici di Calabria”:
Umberto Bernaudo, Bruno Cortese, Egidio Chiarella, Ninì Lucani, Pino Malvaso, Michele Petullà, Gaetano Pignataro, Luciano Racco, Sisinio Zito,Sandro Principe
Per i Democratici in Ascolto:
Franco Covello, Salavatore Baffa, Giuseppe Basile, Frank Benedetto, Stefania Covello, Emilio De Masi, Salvatore Dionesalvi, Marilina Intrieri, Giuseppe Mazzotta, Giuseppe Petronio, Sebi Romeo, Attilio Tucci, Peppino Vallone, Franco Vilasi, Peppino Aolise, Demetrio Naccari Carlizzi
Per l’associazione “Il Campo” Pino Soriero
Per il Forum Ambientalista: Italo Reale