"Possibile che lo Stato non si accorga mai delle infiltrazioni mafiose sulle grandi opere in Calabria? Le inchieste sugli appalti della A3 presumibilmente condizionati o controllati dalle cosche mafiose calabresi, ultima in ordine di tempo l'Operazione Arca", pongono questioni non eludibili per uno Stato di diritto." E' quanto afferma in una nota Franco Bruno, senatore dell'Ulivo. "Da un lato – sottolinea l'esponente della Margherita – il nostro Paese risponde con l'abnegazione di forze dell'ordine e magistrati esemplari che, tra le mille difficoltà quotidianamente denunciate e che sembrano ormai tristemente cronicizzarsi, perseguono i crimini, le distorsioni, i fatti delinquenziali, i condizionamenti, le estorsioni, l'imposizione di ditte sub appaltatrici di comodo e quant'altro. E' giusto è doveroso rendere pubblico omaggio a questi servitori dello Stato. Senza di loro la lotta alla criminalità organizzata sarebbe pura retorica parolaia e bene fa la stampa libera e democratica a seguire con attenzione il loro operato e la loro attività. Dall'altro lato, però, c'è ancora lo Stato e il sistema delle imprese nazionali. Se li leggono i nomi delle società appaltatrici dei tronconi della A3 si capisce immediatamente di trovarsi di fronte ad un pezzo della migliore imprenditoria italiana". "Possibile – si chiede ancora Bruno – che non si accorgano mai di quanto accade sui loro cantieri calabresi? E la stessa stazione appaltante, l'Anas, un'azienda controllata direttamente dallo Stato che opera per conto e su mandato preciso di governi e di ministri, possibile che non riesca a trovare un modo per evitare di trovarsi coinvolta ciclicamente in fenomeni di infiltrazione mafiosa sui lavori che commissiona in Calabria? E' possibile, laddove le ipotesi di reato venissero dimostrate, continuare in tale stato di disattenzione? Forse – conclude il Senatore Franco Bruno – c'è bisogno di un impegno ancor maggiore delle istituzioni calabresi e dei rappresentanti politici calabresi affinché si interrompa questo circuito vizioso in cui gli appalti vengono vinti solo da grandi imprese del Nord e a trarne benefici economici locali siano soltanto le organizzazioni delle cosche ndranghetistiche". (APCOM)
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