Pietro Zocconali, presidente dell’Associazione Nazionale Sociologi, prende posizione nei confronti del progetto di legge della Giunta Regionale calabrese orientato ad anticipare a 16 anni il diritto al voto.
Zocconali dichiara: <Tra i 16 e i 18 anni è importante la formazione, perché è un età di assorbimento e sviluppo delle capacità critiche, piuttosto che di assunzione di responsabilità. Non è possibile immaginare l’introduzione nel corpo elettorale di adolescenti che, come risulta da più autorevoli inchieste, sono lontani anni luce dalla politica e non è con l’abbassamento della soglia anagrafica che si stimola l’interesse per la politica, che dovrebbe piuttosto filtrare da laboratori di educazione civica a scuola. Chi immagina di portare al voto i sedicenni si assume una responsabilità sociale di enorme portata, perché delega la scelta di un governo a soggetti certamente capaci di intendere e di volere, ma volubili per la loro congenita condizione psicoemotiva altalenante. Il rischio conseguente, come
sottolineato dal presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, Antonio Marziale, consiste nella rivendicazione che gli adolescenti potrebbero accampare in una fase successiva, molti dei quali, come la libertà di contrarre matrimonio, di possedere un passaporto senza garanzie genitoriali, di detenere un regolare porto d’armi, del tutto fuori dalla loro portata>.