• Rom: la risposta dell’Opera Nomadi

    operanomadiDal Presidente dell'Opera Nomadi riceviamo e pubblichiamo 

    In merito all’articolo dal titolo  “Questione Rom: se la convivenza non è un valore condiviso”  apparso su “Strill.it” il 25 luglio scorso, riteniamo di  dover esprimere alcune considerazioni.
    L’Opera Nomadi non giustifica atti di violenza di alcun tipo, chiunque sia a


    commetterli. La premessa è d’obbligo viste le accuse rivolte all’associazione dal vostro redattore Antonino Monteleone. Riteniamo che sull’episodio del quartiere Ciccarello, avvenuto sabato scorso, siano le indagini della polizia a dover accertare fatti e responsabilità. E’ però grave che la stampa abbia messo in risalto un episodio ancora non del tutto chiaro, incriminando la comunità rom e riuscendo a sminuire l’altro grave atto commesso proprio ai danni di un rom. 
    «La comunità rom non si è integrata nel 2007 e difficilmente lo farà adeguatamente nei prossimi anni». In questa frase, contenuta nell’articolo di Monteleone,  traspare tutto il pregiudizio nei confronti di questa comunità evidenziando l’incapacità di circoscrivere gli episodi e di osservarli nel loro contesto.  A prevalere è un approccio alla notizia parziale che non tiene conto di altri eventuali punti di vista. 
    Non neghiamo l’esistenza di criminalità tra i rom ma siamo convinti che le responsabilità dei singoli non vadano estese ad un’intera comunità. 
    Purtroppo la convivenza forzata negli insediamenti e nei quartieri ghetto dei rom non favorisce la loro inclusione sociale, ostacolata proprio dal pregiudizio, dal rifiuto e dall’assenza di rapporti relazionali tra rom e non rom (o gagé, se Monteleone preferisce). E’ partendo dalla richiesta delle famiglie  rom di vivere dispersi tra i gagé che nasce la nostra proposta di dislocazione abitativa. Del resto, anche i sociologi sono d’accordo sull’importanza di evitare il cosiddetto “effetto concentrazione”,  causa di devianza e degrado. Ma il vostro redattore ha già sentenziato: «sparpagliare qualche famiglia a caso qua e là all'interno del tessuto urbano si rivelerà inefficace».  Fortunatamente l’esperienze di dislocazione finora esistenti dimostrano esattamente il contrario.
    E’ vero che la casa non basta ma è il primo passo per instaurare una convivenza pacifica tra  rom e gagé, oggi purtroppo quasi inesistente.
    E’ proprio per questo motivo che l’Opera Nomadi si impegna a promuovere condizioni di vivibilità migliori per la comunità Rom, minoranza discriminata e ghettizzata nel mondo, da secoli, secondo rapporti degli organismi europei ed internazionali.
    A dispetto di quanto afferma il vostro redattore, l’Opera Nomadi, non esprimendosi subito sulla vicenda di Ciccarello,  non procura alcun danno alla comunità rom, la cui credibilità non dovrebbe dipendere né dai gesti dei singoli né dalle azioni di un’associazione che si sforza semplicemente di costruire una società multiculturale e più attenta alle disuguaglianze sociali proprio attraverso l’esempio dei Rom.


                                                                                                                       Il Presidente
    Antonino Giacomo Marino

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