• Perquisizioni a giornalista: ordine e sindacato giornalisti esprimono forte preoccupazione

    L'Ordine ed il sindacato dei Giornalisti della Calabria, appreso delle perquisizioni disposte dalla Procura di Catanzaro nell'abitazione e nella residenza estiva della giornalista professionista Chiara Spagnolo, nonche' nella redazione de ''Il quotidiano della Calabria'', giornale presso il quale la Spagnolo lavora, nell'ambito delle indagini su una presunta fuga di notizie relativa all'inchiesta denominata ''Why not'', esprimono ''forte preoccupazione''. ''Alla collega Spagnolo – sostengono Ordine e sindacato dei Giornalisti calabresi – sono stati sequestrati due computers oltre che materiale cartaceo ed informatico relativo anche ad altre due inchieste della Procura catanzarese, la Poseidone e la 'Toghe lucane' sul presunto comitato d'affari che avrebbe agito in Basilicata. Il provvedimento, che richiama alla mente una recente analoga iniziativa della Procura di Matera a carico di altri professionisti dell'informazione, ancora una volta pone nel mirino un giornalista per la presunta violazione del segreto istruttorio quando e' noto a tutti che i giornalisti, pubblicando le notizie di cui vengono, previa adeguata verifica, a conoscenza, fanno soltanto il proprio lavoro''. Nel doveroso rispetto per l'attivita' della magistratura, prosegue la nota, ''Ordine e sindacato dei Giornalisti calabresi sottolineano come strumenti investigativi particolarmente invasivi, come certamente e' quello della perquisizione, vanno normalmente ad impattare con un'alta caratura criminale e tendono a disvelare, utilizzando l'elemento sorpresa, elementi che il criminale intende sottrarre alla attivita' investigativa. Con i giornalisti, che sono dei professionisti e non dei criminali, attivita' istruttorie meno invasive potrebbero essere altrettanto o ancor piu' efficaci, soprattutto se le stesse attivita' sono finalizzate, come certamente sono, alla individuazione dei veri artefici dell'eventuale reato e non di un 'capro espiatorio'. E' infatti di assoluta evidenza che se un giornalista pubblica un documento segreto, vuol dire che qualcuno, a contatto col segreto per il proprio ruolo o la propria funzione, tale segreto ha violato''. (Adnkronos)

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