Dal Presidente della VI circoscrizione del Comune di Reggio Calabria, Giuseppe Eraclini, riceviamo e pubblichiamo
Il documento del "Comitato pro Azienda di promozione turistica di Reggio", che lancia il suo giustificato grido d'allarme relativo alla chiusura della storica sede di via Roma, dopo il passaggio delle competenze dalla Regione alla Provincia, svela impietosamente la completa inerzia del settore la cui delega è stata trattenuta in prima persona dal presidente Giuseppe Morabito.
Bene fa il personale ex-regionale, il cui stato giuridico è tuttora incerto mancando le delibere di inquadramento nei ruoli organici della Provincia, a denunciare lo stato di immobilismo che prelude alla cancellazione totale del ruolo che aveva l'APT, ruolo mantenuto con grandi sacrifici, sia pure in condizioni che negli ultimi anni si sono sempre più deteriorate. La sottrazione di uffici e di sedi, e, dopo la doverosa restituzione al Comune dei locali presso il Teatro Comunale, la mancata apertura in centro di una sede di riferimento importante da parte dell'assessorato regionale, la dice chiara su come si comportano i Chiaravalloti, i Loiero, i Donnici, verso Reggio.
Il fatto, poi, che a dare al comitato assicurazioni in merito sia stato lo stesso Loiero, e non il presidente Morabito, non fa altro che aggiungere preoccupazione: il presidente regionale sa che la gestione del personale è ormai questione che riguarda la Provincia di Reggio, ma assume di voler continuare a gestire da Catanzaro l'importante patrimonio dei beni culturali dall'APT reggina.
Oggi, in questi uffici "governati" in più occasioni con metodi arroganti e del tutto inefficaci a creare la necessaria dialettica collaborativa, non vengono riconosciute professionalità consolidate nell'arco di un ventennio, quando addirittura non vengono inopinatamente premiate le meno evidenti. Chi ha lavorato e vuole lavorare e ha idee non è tenuto in considerazione; non vi è certezza di ruoli e funzioni da parte dei funzionari; il personale è sottoposto a incomprensioni continue che portano alla fuga e allo smantellamento completo della struttura. Tanto il turismo (e il turista) può aspettare.
E' introvabile il materiale promozionale distribuito col contagocce da Catanzaro, a fronte della più importante città della regione dove insistono bellezze naturali, archeologiche, culturali e artistiche di valenza internazionale. Non c'è alcuna strategia sul fronte della comunicazione che vada oltre i controproducenti e inutili filmati pagati dalla giunta regionale a peso d'oro, che dànno ancora una volta di Reggio e della Calabria un'immagine distorta.
A quasi un anno dal passaggio del personale delle APT dalla regione, insomma, l'assessore-presidente non mette in campo né idee né attività, come se gli imprenditori e i lavoratori del turismo in città e in provincia potessero aspettare in eterno, mentre altre realtà, ben supportate, continuano a fare la parte del leone.
Mi sento di condividere in pieno e di girare al Sindaco l'appello per la tutela della storica sede di via Roma, dove c'è anche una preziosa libreria in legno intagliato fatta su misura: solo grazie all'amore per la cultura espresso dai dipendenti, infatti, sappiamo che va salvaguardata nella sua sede naturale "la prestigiosa biblioteca lasciata all'Azienda dal compianto presidente avv.Guglielmo Calarco, l'archivio di enorme valore storico che risiede negli scantinati di via Roma, la pinacoteca, la fornitissima fototeca e la collezione di oggetti di artigianato raccolti per più di sessant'anni".
E per mettere la ciliegina sulla torta, dobbiamo additare alla città lo "sfratto" forzoso, attuato con ottusa cecità non appena la regione ha consegnato i locali di via Roma, di una delle più antiche e prestigiose istituzioni culturali che opera a Reggio da ben 38 anni: l'Anglo Italian Club. Il sodalizio, che ogni anno attua un programma di iniziative culturali a proprie spese (di recente ha donato al sistema bibiliotecario del Comune la propria prestigiosa Biblioteca) aveva sempre avuto dai vari soggetti responsabili il permesso di tenere una volta alla settimana conferenze attinenti alla lingua e alla cultura anglosassone. Nella sala di via Roma si sono alternati docenti universitari italiani e stranieri, ambasciatori, consoli generali, scienziati della ricerca biomedica, esperti, viaggiatori importanti che spaziano dall'India all'Australia alla Nuova Zelanda agli Stati Uniti (per citare solo quelli extraeuropei), conferenzieri che hanno dato alla città e all'APT lustro, prestigio e contenuti culturali di altissimo livello. Tutto questo da 18 mesi è stato cancellato. Il Presidente, è ovvio, nulla sa.