• Occupazione: in 5 anni la Calabria perde 4500 posti di lavoro

    IndustriaQuasi 4mila e 500 posti di lavoro bruciati negli ultimi cinque anni, almeno altri 2.600 a rischio. Con metalmeccanico e il tessile in testa ai settori colpiti dalla crisi. Lo scrive, oggi, il Sole 24 Ore in un rapporto sull'economia calabrese affidandosi a stime della Uil regionale.


    A livello territoriale, secondo Il Sole è stata la provincia di Vibo Valentia a perdere il maggior numero di occupati a causa del crollo delle commesse del Nuovo Pignone, azienda ex Eni venduta alla General Electric. Nello stabilimento che produce scambiatori e condensatori d'aria si sono persi 300 posti, mentre altri 1.500 sono venuti meno nell'indotto delle piccole imprese che lavorano per il Nuovo Pignone.
    Altra area colpita dalla crisi del metalmeccanico è Reggio Calabria, dove il crollo della commesse delle Officine Meccaniche Calabresi (gruppo Ansaldo) ha portato alla perdita, nell'indotto, di 220 posti. Le aziende tessili, presenti soprattutto in provincia di Cosenza, sono proprio sparite. Così la Marlane-Marzotto di Praia a Mare, la Manifattura del Crati di Castrovillari e la Foderauto Bruzia di Belvedere Marittimo chiudendo hanno causato la perdita di un migliaio di posti di lavoro.  (APCOM)

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