Si effettuerà su due tavoli di concertazione, uno alla Regione Calabria e il secondo alla Provincia di Reggio Calabria, il confronto avviato dai sindacati CGIL e CISL al termine dell’assemblea tenuta questa mattina nella sala riunioni della Provincia in via Sant’Anna, a Reggio. CGIL e CISL rivendicano il pieno passaggio delle funzioni regionali alle autonomie locali in materie fondamentali per lo sviluppo economico e sociale e per i servizi al cittadino, e nel tutelare i diritti dei dipendenti trasferiti alle Province, oggi privati di funzioni, in alcuni casi limite senza lavoro come nei comparti della formazione professionale e dell’agricoltura.
I segretari generali regionali Luigi Veraldi della CGIL funzione pubblica e Natale Pace della CISL FPS, preannunciano una vertenza dura e possibili iniziative di lotte se le riposte alle questioni sollevate tarderanno ad essere date, se Regione e Province continueranno a procedere senza una programmazione ed un disegno organico nel riorganizzare quei servizi indispensabili per garantire lo sviluppo del territorio e la crescita sociale ed economico delle popolazioni.
Nel corso dell’affollata assemblea i numerosi interventi dei dipendenti regionali trasferiti alla Provincia il 1° luglio 2006 ed i dipendenti rimasti in servizio alla Regione hanno offerto un quadro a tinte fosche della situazione in cui versano: la legge 34/2002 ha disposto che la Regione dovesse trasferire alle Province tante funzioni di gestione nel turismo, in agricoltura, nella formazione professionale, nelle opere pubbliche e genio civile, si è invece verificato che la Regione ha mantenuto a sé tante competenze, trasferendo solo personale a cui la Provincia non sa quale lavoro fare svolgere. Di contro, nell’assemblea è stato lanciato l’allarme della paventata chiusura del CED (Centro elaborazione dati) della sanità regionale di Reggio e del trasferimento a Catanzaro delle sue particolari funzioni in campo informatico che negli anni hanno comportato notevoli risparmi di risorse finanziarie per la Regione, in altre sedi invece, corrisposte a società private.
Tutte situazioni queste, denunciate più volte dai sindacati, ha dichiarato Alessandra Baldari, segretaria reggina della CGIL funzione pubblica, mentre si continua ad assistere a scelte intollerabili da parte della Regione, e a non scelte della Provincia, obbligando le organizzazioni dei lavoratori al compito supplente di rivendicare il pieno passaggio delle deleghe a livello decentrato. Le conseguenze negative sono ricadute ovviamente sui lavoratori trasferiti, ha dichiarato Domenico Serranò, segretario della CISL FPS reggina, mettendo a rischio il loro futuro di dipendenti quando fra due anni orami la Regione, terminerà di corrispondere i relativi trattamenti stipendiali.
Da qui la necessità di dare una forte virata all’attuazione della legge 34 sul decentramento delle funzioni che, come illustrato nell’assemblea da Luigi Veraldi della CGIL e Natale Pace della CISL, puntando alla realizzazione di un tavolo di concertazione con la Regione nell’ambito del Comitato per le Politiche del Personale presso il Dipartimento Presidenza e Personale. Un’occasione che si presenta importante, ha dichiarato Tanino Meliti della CGIL, perché gli errori commessi con il decentramento a favore delle Province, possa essere di insegnamento e monito adesso che si deve procedere al trasferimento delle funzioni regionali in materia di servizi sociali, forestazione e attività produttive ai Comuni, Comunità Montane e Camere di Commercio.
L’altro tavolo di concertazione, a livello permanente, ha dichiarato Adolfo Romeo della CISL, deve riguardare la Provincia, affinché sia affrontata e programmata la riorganizzazione degli uffici provinciali e dei nuovi servizi, nonché siano garantiti ai lavoratori gli istituti contrattuali concordati con l’amministrazione.